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Ines Efron e Ricardo Darin
in una scena del film
"Non c'è nulla di peggiore che aver paura del proprio corpo". E l'esordiente argentina Lucía Puenzo - giovane scrittrice e sceneggiatrice, figlia del celebre regista Luis - sconvolge l'ultimo Festival di Cannes e si aggiudica la Semaine de la Critique, raccontando della difficile esistenza di Alex, quindicenne che per la prima volta dovrà fare i conti con la propria sessualità al cospetto del mondo. Soggetto di indubbia potenza, trattato dall'autrice in maniera sincera e senza il facile sensazionalismo (eccezion fatta per un'aggressione verso il finale, magari necessaria per l'economia del racconto, purtroppo un tantino sopra le righe) sempre in agguato in casi come questo, XXY non sarà il "capolavoro" strombazzato da molti ma rimane opera da non trascurare, interpretata con dolorosa empatia, magicamente stagliata sul volto e l'intensità di Inés Efron, indimenticabile protagonista.
Per la recensione completa leggi il numero di Luglio/Agosto della Rivista del Cinematografo