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Il nazi-fantasma che si agita nella natìa Ungheria, dove il partito di estrema destra Jobbik ha avuto un preoccupante successo nell'ultima tornata elettorale, ha fatto già la sua prima vittima: il cinema. Sì, perché White God di Kornél Mundruczò, in gara in Un Certain Regard, soffre della classica crisi di rigetto che prende l'intellettuale dell'arte quando vede minacciati i valori e i diritti fondamantali: fornisce una risposta sfortunatamente adeguata alla provocazione.
Così, per denunciare il ritorno a un razzismo sempre meno latente, Mundruczò, autore anche della sceneggiatura, ricorre addirittura al vecchio apologo orwelliano: ambientato a Budapest, White God racconta la ribellione di quelli che un tempo erano definiti i migliori amici dell'uomo, i cani, a danno proprio dei nostri simili. Una rivolta capeggiata da un tenerissimo incrocio tra un Labrador e uno Shar Pei, che a dir la verità ne aveva viste di tutti i colori: prima una legge che vieta il possesso di cani "non di razza" spinge i suoi vecchi padroni a disfarsene; poi finisce nelle grinfie di uno psicopatico che lo addestra alla violenza e lo inserisce nel giro dei combattimenti tra cani; infine viene rinchiuso in un canile dove l'aspetta l'eutanasia. Da lì riesce però a fuggire insieme ad altri 300 quattro zampe che, tosti e spietati come spartani, iniziano a portare la loro vendetta per le strade della città. Parallela a questa storia la debolissima vicenda di una tredicenne alle prese con un difficile passaggio familiare.
Il messaggio è smaccato, l'ambasciatore manicheo, la busta che porta ha i contrassegni del thriller, ma un ritmo da passeggiata domenicale e una suspense da picnic in pineta. E a proposito di rimandi, è un pò Gli uccelli e un po' Torna a casa Lessie, ma senza la tensione drammaturgica dell'uno né la spensierata leggerezza dell'altro. White God storpia ovviamente il White Dog di Samuel Fuller (1982), in cui un pastore svizzero bianco azzannava persone di colore senza neppure abbaiare. Nel caso di Mundruczò invece accade che il film abbai ma non morda mai.