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Lo scorso anno ha ricevuto l'Oscar alla carriera (prima regista donna a ricevere questo premio), lei è un'artista e una fotografa che nel 1954 è passata al cinema, girando una serie di cortometraggi, lungometraggi e documentari.
Lui invece espone liberamente sui muri di tutto il mondo incollando le sue fotografie per rivelare i volti e le testimonianze degli invisibili, dalle banlieue francesi alla Turchia, da Times Square al Panthéon passando per i ghetti del Kenya e le favelas brasiliane.
Insieme hanno girato un documentario che si intitola Visages, Villages. Sono Agnès Varda e Jr e in comune hanno la passione e la curiosità per le immagini e in particolare per i luoghi e i dispositivi che permettono di mostrarle, condividerle, esporle.
Hanno deciso di girare questo film in Francia, lontano dalle città, in viaggio sul furgone fotografico e magico di Jr. Hanno incontrato tante persone, le hanno ascoltate e fotografate e hanno ingrandito ed esposto i loro ritratti. Tra loro durante la lavorazione è nata anche una storia d'amicizia.
Portuali di Le Havre, operai, capre, ex minatori e tanto altro viene così valorizzato attraverso la fotografia, da una parte ingrandendo gli scatti e incollando quei ritratti giganteschi sui muri, dall'altra ascoltando quelle persone e mettendo in risalto le loro parole.
Ne viene fuori un documentario che ti fa vedere le cose da tanti punti di vista differenti perché uno le può vedere con un po' di distanza, dall'alto, sfuocate o tutte scure: lo sguardo è molteplice.