Nelle viscere della terra per trovare riparo e poter vivere il proprio amore. Mentre dalle viscere della terra per attendere il ritorno - seppure in termini di resti - di un soldato caduto durante la guerra del Vietnam.

Progetto nato e sviluppato nel 2022 grazie all'Atelier della Cinéfondation del Festival di Cannes, Viet and Nam di Truong Minh Quý – in Un Certain Regard a Cannes 77 – svela sin dal titolo la sua duplice natura, seguendo da un lato il rapporto segreto dei due ragazzi protagonisti, Viet (Duy Bao Dinh Dao) e Nam (Thanh Hai Pham), giovani minatori che solamente lontano dagli occhi del mondo sovrastante possono essere loro stessi, dall'altro concentrandosi sulla mamma di uno dei due, che da anni attende il ritorno del marito andato a combattere nel sanguinoso conflitto di qualche decennio prima.

Viet and Nam di Truong Minh Quý
Viet and Nam di Truong Minh Quý

Viet and Nam di Truong Minh Quý

Con un incedere ipnotico e seducente, prossimo alla cifra di cineasti quali Apichatpong Weerasethakul e, per certi versi, Diao Yinan, il regista vietnamita – che attende la metà del film per inserire il cartello nero con il titolo sovraimpresso – non esplicita mai direttamente in che anno ci troviamo (verosimilmente è il 2001, visto l'accenno ad un aereo che si è schiantato su un grattacielo), fornendoci poco a poco qualche informazione aggiuntiva, come ad esempio il fatto che il padre di Nam sia partito per la guerra prima che la mamma sapesse di essere incinta.

Figura fantasmatica che inevitabilmente ancora condiziona l'esistenza di chi è rimasto (non mancano i riferimenti a sogni in cui questo marito-padre compare sotto varie forme), simbolo di un paese che continua a fare i conti con il disastro bellico, affidando agli annunci televisivi la conta dei martiri ignoti ancora sepolti chissà dove e a fantomatiche medium il compito di girovagare per i campi, con al seguito i familiari delle vittime, per scovarne e dissotterrarne i resti.

Girato in 16mm e continuamente sospeso tra le luci di una realtà colta sempre attraverso superfici e riflessi "sporcati" dal passaggio del tempo e il buio di un sogno che si consuma tra le rocce e il nero di un sottoterra privo di ossigeno, Viet and Nam (film attualmente bandito in patria, non tanto, sembrerebbe per la logline inerente la questione omosessuale ma per l'immagine decadente che restituisce del paese) riflette anche sul dramma del traffico di migranti. Affidando prima alle viscere della terra, poi al mare, l'ultima suggestiva e drammatica sequenza di un racconto difficile da dimenticare.