PHOTO
Vinicio Marchioni e Valentina Lodovini in Vicini di casa - Foto Stefano Schirato
Una commedia afrodisiaca, c’è scritto sulla locandina. Ma di eccitante ha ben poco perché manca totalmente il ritmo a questi Vicini di casa, tratti dalla commedia spagnola Sentimental, ma che ricordano tanto i nostri Perfetti sconosciuti. L’assonanza tra i due lungometraggi è evidente, d’altronde lo stesso regista Paolo Costella aveva collaborato alla sceneggiatura del film diretto da Paolo Genovese nel 2016.
Girato nella stessa unità di tempo e di luogo e con la stessa premessa: una cena. Stavolta non c’è il gioco dei telefonini da mettere in mezzo. Il preambolo è: “Faremo solo discorsi da vicini di casa come se fossimo in ascensore”. Non sarà così perché i quattro protagonisti, ovvero Claudio Bisio, Vittoria Puccini, Valentina Lodovini e Vinicio Marchioni si scopriranno tutti maestri degli argomenti controversi e delle provocazioni. Giulio e Federica (Bisio e Puccini) una coppia insieme da anni e ora parecchio in difficoltà: il sesso un lontano ricordo e la rassegnazione come norma di vita. E i loro vicini del piano di sopra, la psicologa Laura e il pompiere Salvatore (Lodovini e Marchioni), una coppia affiatata, vitale, vivace, nonché parecchio aperta.
Il tema comunque è quello degli scambi di coppia. Anche se Letta, l’AD di Medusa, in conferenza stampa ha sottolineato che il film non è su questo argomento. In realtà si parla più o meno quasi solo di questo per tutto il tempo. Gli interpreti funzionano, soprattutto la coppia formata da Bisio e dalla Puccini, il primo con il suo sarcasmo che lo difende dalla vita, la seconda preoccupata del giudizio degli altri e con la voglia di evadere. Ma lo svolgimento del racconto non appassiona perché rimane tutto fermo alla premessa. I dialoghi stentano, nonché le situazioni intriganti (o per dirla, come da manifesto, afrodisiache) e divertenti.
In sintesi quel che non va è proprio la sceneggiatura (scritta da Paolo Costella con Giacomo Ciarrapico) fondamentale in un film alla Carnage di Roman Polanski. Sarà forse un problema di noi italiani, già con La prima pietra, un Carnage versione religiosa diretto da Rolando Ravello nel 2018 la cosa non era andata, ora la storia si ripete nuovamente con questo Carnage versione “hot” (in verità di hot c'è ben poco). L’eccezione che conferma la regola (ahinoi) rimane il fortunato esempio, ovvero il sopra citato film campione di incassi: Perfetti sconosciuti.