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Vero come
la finzione
Non brillano certo le giornate di Harold Crick (Will Ferrell), metodico e noioso agente del fisco, essere umano tutto sommato normale e decisamente solitario. La sua vita, fatta di numeri e calcoli infiniti, prenderà però una piega insolita: assolutamente inaspettata, dal nulla, una voce di donna si insinuerà nella sua testa per raccontare e descrivere ogni sua piccola azione, ogni suo pensiero o sensazione, con estrema precisione e dovizia di particolari. Nessuno, eccetto lui, è in grado di ascoltarla. E quando, senza troppi indugi, la voce anticiperà qualcosa sulla sua imminente morte, Harold Crick non potrà fare altro se non mettersi in cerca di colei che sta "scrivendo" la sua storia. Per tentare in tutti i modi di modificarne il finale… Paradosso letterario e cinematografico quanto mai accattivante, Vero come la finzione (Stranger Than Fiction, in originale) è frutto dell'ingegnosa collaborazione tra lo sceneggiatore Zach Helm, praticamente esordiente, e il regista tedesco Marc Forster (Monster's Ball, Neverland, Stay), da qualche anno talento in attesa di definitiva consacrazione. Rischiando molto nella costruzione di due universi che progressivamente convergeranno verso un unico punto, meta ultima di un incrocio bidimensionale coccolato lungo l'intero corso della narrazione, Helm e Forster si concentrano sul protagonista di una fabula (un Will Ferrell finalmente attore a 360°) che tenta in tutti i modi di modificare il proprio destino provando ad interagire con il suo creatore - la scrittrice famosa interpretata da un'ottima Emma Thompson, ormai in silenzio da dieci anni perché bloccata sul finale del suo ultimo romanzo - evolvendo e mutando le caratteristiche che lo definivano in quanto personaggio, arrivando a stravolgere le convinzioni e i limiti che ne hanno contraddistinto l'esistenza fino a quel momento: si innamorerà (della fornaia, nonché evasore fiscale Maggie Gyllenhaal) e cercherà una via d'uscita da questa situazione a dir poco surreale chiedendo lumi ad un professore universitario di letteratura (un Dustin Hoffman irresistibile). Per comprendere alla fine che "tutte le sfumature, le anomalie, le sottigliezze che ci sembrano solo un accessorio delle nostre giornate, in realtà assolvono a un più vasto e nobile compito. Ci salvano la vita".