PHOTO
Vanishing on 7th Street
Blackout: Detroit rimane al buio, e gli abitanti misteriosamente scompaiono. Tra abiti smessi e auto abbandonate, pochissimi i superstiti in carne e ossa: il giornalista tv Luke (Hayden Christensen), il proiezionista Paul (John Leguizamo), la fisioterapista Rosemary (Thandie Newton) e il ragazzino James (Jacob Latimore), ovvero i quattro dell'Apocalisse al bancone di un bar ancora illuminato.
Ma non è la via della salvezza, quella Settima Strada potrebbe risucchiarli: è Vanishing on the 7th Street, diretto da Brad Anderson (L'uomo senza sonno) con mood giovanneo, derive teo-con e solida cornice sci-fi. Ci troverete Momo e l'atavica paura del buio, le tenebre che crescono come muffa e l'istinto di sopravvivenza, con regina, cavallo e re perché, comunque, fiat lux.
Già al festival di Torino, un film “strano”, a partire dallo status: perdereste, ma la scommessa che sia il pilot di un serial non è campata per aria. La drammaturgia lo fa intendere, nonché le digressioni dei personaggi, una scritta incomprensibile buona per episodi successivi, la regia di alto servizio televisivo e la sensazione dell'incompiuto, del “to be continued”: non è così, ed è croce e delizia di questa scomparsa.