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V/H/S/2
Sette registi per un solo film: nel corso della passata edizione del Torino Film Festival, era stato presentato V/H/S/, una pellicola horror a episodi in stile found footage, diretta a più mani. Tra le firme dell'operazione c'era anche Joe Swanberg, presente quest'anno a Torino con l'insipida commedia Drinking Buddies.
Dodici mesi dopo, il progetto V/H/S/ viene ripreso in un sequel, inserito nella sezione “After Hours” della kermesse piemontese 2013. Alcuni degli autori del primo capitolo sono confermati (Adam Wingard), altri si sono inseriti (Eduardo Sánchez, noto per aver co-diretto The Blair Witch Project): la musica però non cambia.
Anche in questo caso, se la struttura a episodi poteva dare adito a un'operazione originale e un po' vintage per il genere (basti ricordare alcune pellicole di Roger Corman o di Mario Bava degli anni ‘60, divise in mediometraggi), il risultato finale è poco coerente e ancor meno interessante.
Fantasmi, zombie e alieni sono gettati uno dopo l'altro in un grande calderone privo di vere idee: la maggior parte dei registi si è affidata a semplici effetti splatter e gore, incapaci di colpire come vorrebbero, senza trovare la giusta miscela per amalgamarli al meglio.
L'unico episodio che in qualche modo tiene a galla l'intera operazione è quello realizzato dal bravo Gareth Evans (autore dell'ottimo The Raid, presentato al Torino Film Festival 2011) in coppia con l'indonesiano Timo Tjahjanto, intitolato Safe Heaven.
Al centro della trama, un vero e proprio tour de force satanico, duro e crudo, senza esclusioni di colpi e in grado di far sobbalzare dalla poltrona senza dimenticare (a differenza della maggior parte degli altri episodi) di non prendersi troppo sul serio, inserendo anche un pizzico d'ironia.