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Ecco un film che avrebbe potuto essere molto più significativo e degno di considerazione se fosse stato realizzato con il budget necessario. L'opera di Mario Van Peebles racconta infatti la tragedia dell'incrociatore pesante che nel 1945, dopo aver consegnato la bomba atomica che sarebbe stata poi sganciata su Hiroshima, venne affondato da un sommergibile giapponese. I sopravvissuti dell'equipaggio rimasero quattro giorni in mare aperto, vittime degli attacchi ripetuti e letali di squali.
Invece di essere impostato come un action-splatter USS Indianapolis si rivela invece un melodramma che ricostruisce l'intera vicenda della nave e del suo equipaggio. Seppur troppo lungo (due ore abbondanti) il film si regge su una sceneggiatura piuttosto solida, che viene sviluppata dal regista con delle idee ben precise. Peccato che gli effetti speciali grossolani riducano la messa in scena a un B-movie esteticamente non molto superiore a goliardiche scorribande come ad esempio Sharknado e i suoi sequel.
Pur con tutta la sua retorica di fondo, USS Indianapolis avrebbe meritato un altro sforzo produttivo, quello che di solitamente si riserva ai film bellici che vogliono incensare lo spirito patriottico americano. Peccato che in questo caso non sia successo.