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Una notte da leoni
Oltre cento milioni di dollari in dieci giorni negli Usa: letteralmente Una notte da leoni per la commedia di Todd Phillips, con Bradley Cooper, Heather Graham, Zach Galifianakis, Ed Helms e un cammeo di Mike Tyson. Già in cantiere l'ipotesi di un sequel, il film targato Warner Bros. è ambientato nella Mecca del divertimento stelle & strisce, Las Vegas, dove quattro amici daranno l'addio al celibato di uno di loro, Doug (Justin Bartha). Nella cornice dello sfarzoso Caesars Palace, il programma d'ordinanza prevede vizi, stravizi e stordimenti vari. Detto, fatto, ma la sorpresa arriva il giorno dopo: il promesso sposo è sparito, i postumi sono da sbronza colossale (The Hangover, titolo originale), la memoria una tabula rasa. Come quasi rasa al suolo è la suite al Caesars, dove i tre - alla sera leoni, e al mattino secondo proverbio... - trovano pure un neonato abbandonato, un'enorme tigre nel bagno e un canino in meno in bocca. Non bastasse, l'auto che gli viene riconsegnata è della polizia, con un ostaggio chiuso chiuso nel bagagliaio…
Già dietro la macchina da presa per Old School e il cinematografico Starsky & Hutch, Phillips confeziona con The Hangover la sua prova migliore, complici gli sceneggiatori Jon Lucas & Scott Moore (La rivolta delle ex): alla berlina è il divertimento dedicato (addio al celibato) e senza freni (Las Vegas), ma è una gogna assolutamente piacevole, almeno per il pubblico, sballottato tra un casinò e un casino, peripezie e qui pro quo, sul basso continuo di droghe dello stupro e alcool a volontà.
Ricetta da sbellicarsi, con il politically correct nel fuoricampo - finalmente, e ce n'è per gay e bambini... - e sequenze da antologia (il cazzotto di Tyson, la tigre, etc.), un comprimario da applausi (il neonato) e due interpreti di cui sentiremo lungamente parlare: stile Matthew McConaughey ma con lo sguardo intelligente, Bradley Cooper, dopo lunga gavetta seriale e teatrale, è pronto a conquistare Hollywood, mentre il ciccione Zach Galifianakis ha altrettanta mole comica. Da non trascurare nemmeno la colonna sonora: si parte con la splendida It's Now or Never (versione di El Vez) e si prosegue con Phil Collins, The Dan Band e … Mike Tyson, nello score di Christophe Beck. D'altronde, ogni sbornia che si rispetti va annaffiata di (buona) musica.