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Quante volte vi è capitato di prendere un treno o un aereo, di sedervi accanto a uno sconosciuto e improvvisamente ritrovarvi a raccontare pezzi di vita, ricordi dimenticati o paure inconfessate? Sembra assurdo e invece non lo è, parlare a un estraneo è teoricamente più facile, essendo qualcuno che non rivedremo. Certo, stabilire un contatto così forte su un taxi sembra difficile, vista anche la distanza tra guidatore e passeggero ma Dakota Johnson e Sean Penn sono straordinari, tanto che un’ora e 40 passa con rara piacevolezza.
Lei esce dall’aeroporto JFK e il fato o il caso, la fa salire a bordo del veicolo di Clark. Lui dà il via alla conversazione che, eccetto qualche pausa, dura l’intero film. Non siamo dalle parti di Locke di Steven Knight, e originalmente lo script doveva diventare un’opera teatrale, poi ha preso una strada diversa. Una notte a New York (titolo originale Daddio) dell’esordiente Christy Hall, è stato in qualche festival (Telluride, Toronto, Tribeca), è uscito in America a giugno e arriva nelle sale italiane il 19 dicembre.
Abbiamo accennato alla magnifica performance di entrambi i protagonisti, ma sono i dialoghi a essere eccellenti. Dal momento in cui Clark interagisce con “Girlie” (di lei non sapremo il nome) la conversazione passa gradualmente dai convenevoli, Clark
è un tipo all’antica ce l’ha con le carte di credito (le vecchie mance di una volta sono sparite), le app stanno sostituendo le relazioni umane, a un parlare intimo, quasi affettuoso. Scopriamo che Dakota è una programmatrice e si è trasferita dall’Oklahoma.Mentre risponde ai messaggi di quello che crediamo sia il compagno (anche se il dubbio si insinua: memorizzato con un’iniziale?), Clark le fa domande che sembrano casuali: cosa faceva in Oklahoma, sulla sorella che è andata a trovare e lei risponde, si lascia andare al gioco. On/Off uguale a vero/falso. Abituato a osservare i passeggeri, Clark ha un’abilità, dai dettagli risale all’essenza delle persone, come un abile detective ricostruisce il puzzle sentimentale di Dakota, e lei consapevole gli rivela l’inconfessabile, senza esserne sminuita. In mezzo tante verità (non banalità) sui rapporti tra uomini e donne, la famiglia, il potere, i tradimenti e gli abusi. Molti primi piani, soprattutto di Dakota, Christy Hall inquadra tutti gli stati d’animo di questi due personaggi che stabiliscono una connessione emotiva fortissima, coinvolgendo anche lo spettatore. Davvero un bell’esordio.