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Si ride poco guardando la trasposizione cinematografica di Una festa esagerata diretto da Vincenzo Salemme. Al contrario lo spettacolo a teatro regalava due ore di puro divertimento tra equivoci e colpi di battute.
Nel film invece gli accenni di sorriso si contano davvero sulle dita di una mano, nonostante il regista perlopiù teatrale per scriverlo si sia fatto affiancare da un grande sceneggiatore italiano come Enrico Vanzina.
Salemme cambia il cast e non si avvale degli stessi attori che avevano interpretato la commedia sul palcoscenico, qui vi recitano Massimiliano Gallo, Tosca D’Aquino, Iaia Forte (il personaggio più divertente di tutto il film), Nando Paone e Francesco Paolantoni, mentre le musiche sono composte da Nicola Piovani.
Il film comunque non va, fermo restando che una storia girata tutta nello stesso ambiente è più difficile che funzioni al cinema a meno che non si tratti di capolavori come Carnage di Roman Polanski.
Qui siamo a Napoli, a casa Parascandolo si sta preparando una magnifica festa sulla splendida terrazza dove il capofamiglia, l’ingenuo Gennaro (Vincenzo Salemme) vive con la moglie Teresa (Tosca D’Aquino), una donna spigolosa disposta a qualsiasi cosa pur di non rovinare i suoi piani. Per il diciottesimo compleanno della figlia ha deciso di fare le cose in grande non badando a spese dal catering, ordinando 6700 euro di pizzette e diciotto piani di torta, agli arredi. Gennaro, pur di accontentare le donne della sua vita, è disposto ad assecondare ogni loro capriccio.
Tutto sembra perfetto, ma l’imprevisto è dietro l’angolo: il signor Scamardella (Nando Paone) morirà proprio il giorno della festa. E non si può festeggiare e ridere con un morto al piano di sotto. Peccato che la stessa cosa valga anche per il film.