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Una donna x la vita
Un incidente stradale ti distrugge la macchina, ne esci quasi illeso ma con la botta alla testa arriva la folgorazione: devi mollare la petulante fidanzata che sopporti da 9 anni. Lei però ti perseguita fino allo sfinimento come un'ombra.
L'idea di partenza della commedia Una donna x la vita, debutto alla regia di Maurizio Casagrande, promette risvolti comici notevoli, soprattutto se la stalker in questione è Sabrina Impacciatore in versione Amy Winehouse, eccentrica e svampita. Il protagonista, Maurizio (interpretato dallo stesso regista e sceneggiatore), portiere d'albergo napoletano, cerca in tutti i modi di liberarsi di lei e del suo shopping compulsivo, stanco dei ritardi della partner (dopo 4 mesi non ha ancora cambiato l'ora legale) e delle follie quotidiane a cui lo sottopone. Frigge nel forno il portatile, ha perso 7 volte le chiavi di casa e ha difficoltà a svolgere persino le mansioni più elementari.
Il miglior amico Paolo (Neri Marcorè), invece, sembra il ritratto stesso dell'affidabilità: medico di giorno e musicista di notte, offre sempre a Maurizio una spalla su cui piangere e una diagnosi accurata e perspicace della situazione sentimentale. Spetta poi ai personaggi di contorno regalare una nota di colore al quadretto tragicomico della relazione soffocante, dal prete Giobbe Covatta alla contessa Alena Seredova, dall'avvocato Pino Insegno alla signora ammazza mariti Simona Marchini. E proprio quando la situazione sentimentale sembra più grigia che mai, ecco allora comparire un angelo dalle mani di fata, la chiropratica Nadine (Margareth Madè), raffinata, elegante ed incredibilmente sexy.
Sulla carta, gli ingredienti per un cocktail della risata perfetto ci sono tutti, eppure manca la capacità di farli funzionare. Alcuni siparietti riescono persino a strappare un sorriso, altri, invece, rasentano la banalità e non convincono affatto.
La buona volontà con cui questo progetto è stato realizzato meriterebbe un applauso, se il risultato non fosse tanto lontano dalle aspettative. Ad onor del vero, però, va detto che il finale a sorpresa redime in parte i numerosi limiti del film, dalla fotografia da soap opera alla sceneggiatura poco brillante. Provaci ancora, Maurizio: il secondo tentativo potrebbe essere quello vincente!