La storia di Secretariat, stupefacente cavallo da corsa in grado di vincere nel 1973 la Triple Crown (gran premio al meglio delle tre corse) a 35 anni di distanza dall'ultimo vincitore, e quella della sua padrona Penny Chenery, che sfidò familiari e buon senso (rischiando la bancarotta) per portare avanti il sogno mai realizzato di suo padre. Una vera storia, calligrafica come da produzione disneyana, più simile a un prodotto del passato che a uno odierno (notevoli scenografia e ambientazione).
È forse questo (involontario?) retrogusto vintage a conferire alla pellicola di Wallace quel quid in grado di attirare lo spettatore fino al termine.
Resta un film eccessivo nella durata e diluito nei (pochi) contenuti, piuttosto meccanico nella cadenza narrativa, con psicologie elementari e monodimensionali asservite totalmente all'agiografia (tutti sono in cerca di riscatto, in primis la splendida Diane Lane, dopo una vita dedicata alla famiglia). Nella trepida attesa del risolutore galoppo finale, il film trotterella rassicurante come le hits del passato che lo accompagnano. E per quanto la posta in gioco di Penny si faccia alta, proprio non ci sono dubbi su come andrà a finire...