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Tutto parla di te
Pauline (Charlotte Rampling) torna a Torino dopo molti anni e ritrova Angela (Maria Grazia Mandruzzato) che dirige un centro per la maternità. Pauline entra nel merito: i problemi delle mamme di oggi, attraverso videointerviste, foto e altre testimonianze raccolte dall'amica. A gravitare intorno al centro c'è Emma (Elena Radonicich), giovane danzatrice bionda, bella e tormentata: neomamma, non sa più come vivere. Ma quello con Pauline può essere un incontro salvifico: per entrambe.
Dopo i buoni documentari Un'ora sola ti vorrei (2002) e Per sempre (2005) e il più che buono Vogliamo anche le rose (2007), Alina Marazzi riprende la cifra ibrida - un patchwork delicato e fascinoso di stati, formati e registri - del suo cinema e aggiunge un'altra carta: la finzione, affidata al passo doppio di Rampling e Radonicich. E' Tutto parla di te, presentato nella sezione CinemaXXi del Festival di Roma. Ma c'è un problema: la narrazione fatica a legarsi con la documentazione, finendo per relegare in appendice la storia di Pauline ed Emma e, insieme, la prova della Rampling, quasi accessoria, anonima, incapace di legarci emotivamente e fattualmente. Meglio, decisamente, la Radonicich, ma il loro apporto è in definitiva superfluo, se non estraneo, a un puzzle poetico-stilistico già completo: interviste inedite a donne alle prese con la difficile accettazione della maternità, materiale d'archivio, sequenze animate (di Beatrice Pucci, ben fatte) e fotografie artistiche. Insomma, la solita, apprezzabile Marazzi, che qui però avrebbe dovuto fermarsi: sempre a suo agio quando è doc, paga la fiction, e ci parla con meno efficacia del solito.