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Tutti al mare
A distanza di quarant'anni dalla famosa canzone di Gabriella Ferri, che cantava: “Tutti ar mare, tutti ar mare a mostrà le chiappe chiare”, il figlio d'arte Matteo Cerami dirige una commedia amara e litoranea dal titolo Tutti al mare, scritta insieme al padre Vincenzo.
Tra le stesse dune di Castelporziano dove Citti, traendo spunto da un racconto di Vincenzo Cerami, nel 1977 girò Casotto, Cerami junior gira la sua opera prima, che si svolge tutta intorno al chiosco “Chez Maurice” di Maurizio (Marco Giallini) dove tanta gente viene a godersi il meritato riposo estivo.
Lì si ritrovano personaggi di varia umanità: la coppia lesbica (Ambra Angiolini e Claudia Zanella), il cleptomane (Gigi Proietti), la madre arcigna e paralitica di Maurizio (Ilaria Occhini), i due amici (Libero De Rienzo e Francesco Montanari), l'aspirante suicida (Ennio Fantastichini), il cavallerizzo (Valerio Mastandrea) fino ai personaggi interpretati da Rodolfo Laganà, Ninetto Davoli e lo stesso Vincenzo Cerami e al cammeo di Pippo Baudo.
Tra incontri casuali e comicità scontata, Matteo Cerami porta in sala una commedia corale che ha la pretesa di essere un affresco sociologico e di affrontare temi attuali come l'immigrazione, il basso tasso di natalità e il potere della televisione in Italia.
Mentre Citti con Casotto metteva in scena uno spaccato dell'Italia, Cerami junior riporta al mare i romani, ma non riesce a raggiungere l'obiettivo: lontani dagli anni settanta non possiamo che constatare che i tempi sono cambiati, la realtà è peggiorata e anche il nostro cinema. E il naufragar non m'è dolce in questo mare.