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Bisogna avere un certo spirito per amare le giostre e le attrazioni di Disneyland. Ore di fila tra bambini urlanti e un caldo asfissiante per poter assaporare pochi minuti di adrenalina e di magia. Pochi minuti che per molti valgono ogni sacrificio, regalando una gioia cristallina, piena di positività e di buoni sentimenti.
Tomorrowland è un po' così, un film strutturato per ricalcare le emozioni di un'attrazione del parco dei divertimenti più famoso del mondo. Non a caso prende il nome dalla sezione di Disneyland ispirata alla tecnologia e a una visione entusiasmante del futuro, con giostre che simulano voli nello spazio ed esplorazioni stellari. Tomorrowland è un'opera di fantascienza dal gusto retrò che non disdegna di parlare al pubblico dei più piccoli di argomenti importanti come l'ecologia, la guerra, la salvaguardia del pianeta e, tema centrale del film, l'importanza della speranza in un futuro migliore per dare un senso alla vita.
La storia ruota attorno alla città di Tomorrowland, un mondo futuro in una dimensione alternativa dove si sono concretizzati tutti i sogni di progresso dell'umanità. La storia si alterna tra differenti momenti storici e diversi luoghi: la New York dell'Esposizione Universale degli anni '60, dove un piccolo Frank Walker (da adulto sarà George Clooney) vuole a tutti i costi mostrare alla comunità scientifica un jetpack di sua invenzione, e la Cape Canaveral dei giorni nostri, dove Casey Newton (Britt Robertson), una giovane idealista che crede fortemente nei valori del progresso scientifico, si batte per impedire lo smantellamento (causa crisi economica) della leggendaria base di lancio delle missioni spaziali della NASA. Le vite di Casey e di Frank si incrociano grazie ai piani di Athena, un'enigmatica bambina, e a delle misteriose spillette in grado di trasportare le persone nella fantastica città di Tomorrowland. Un luogo apparentemente lontano nel tempo che è però strettamente legato al destino del nostro pianeta.
Il racconto, pieno zeppo di citazioni letterarie e cinematografiche, alcune anche spassose (la furibonda lotta in una fumetteria a suon di gadget e oggettistica "nerd" o la visita allo studio segreto di Gustave Eiffel in cima alla celebre torre), scorre in buona parte incalzante e divertente, inceppandosi solo in alcuni passaggi un po' troppo forzati e nel finale insostenibilmente retorico. Lo sceneggiatore Damon Lindelof, uno dei creatori della serie televisiva Lost, sembra essere prigioniero degli schemi narrativi della bella e lunga storia che lo ha portato al successo, che vengono in pratica qui riproposti e traslati, ma il tocco "vintage", ironico e visionario del regista Brad Bird (uno dei primi autori dei Simpson e regista di splendidi film d'animazione come Ratatouille, Il gigante di ferro e Gli incredibili) conferisce originalità all'opera e costruisce una potente metafora della speranza e dell'ottimismo.
Tomorrowland, i cui esterni sono stati in parte girati alla Città delle Arti e delle Scienze di Valencia, progettata dall'architetto Santiago Calatrava, incarna una felice, progressista e molto disneyana idea di futuro, rovesciando i canoni della fantascienza contemporanea, abituata a raccontare mondi post apocalittici. La sua collocazione tra sterminati campi di grano e il suo skyline richiamano direttamente il fantastico mondo di Oz del grande classico cinematografico di Victor Fleming, ma, esattamente al contrario di Dorothy, nel caso di Tomorrowland la protagonista Casey non ha alcuna intenzione di tornare nel suo mondo. Il futuro è troppo bello, nonostante il fatto che il male alberghi anche in questa meravigliosa utopia incarnato dalla sua stessa idea elitaria di società (a capo della quale c'è il pragmatico e aristocratico David Nix, interpretato Hugh Laurie, il mitico Dr. House purtroppo sottoutilizzato nei panni del cattivo di turno).
Sarà anche un film per ragazzi, ma basta davvero poco per dimenticare i limiti di Tomorrowland e lasciarsi coinvolgere nel fantastico viaggio dei suoi protagonisti. A volte, per ritrovare un po' di speranza, si può tornare bambini, e rimanere stupiti di un piccolo giro di giostra.