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Tra cucina tradizionale e amori nascenti. È Tofu in Japan, diretto da Mihara Mitsuhiro, con Fuji Tatsuya, Aso Kumiko e Nakamura Kumi. Siamo nel Giappone occidentale, precisamente ad Onomichi, una piccola cittadina vicino a Hiroshima, Tatsuo Takano ha una ricetta segreta (come da sottotitolo) per produrre il tofu più buono del mondo. Al suo fianco l’unica figlia Haru, che lo aiuta nella produzione e che è tornata nella casa paterna a seguito del suo divorzio. Motivo per cui i vecchi amici di Tatsuo sono molto impegnati a trovarle un nuovo fidanzato. Peccato che Haru ci abbia già pensato da sola innamorandosi di un “tappetto” responsabile di un supermercato che vuole fare conoscere il famoso tofu a più persone possibili. La cosa non piace a Tatsuo, ma il cuore delle donne è un mistero, come quello di Fiume, che ha incontrato per caso all’ospedale in attesa di alcuni controlli medici e con la quale sembrerebbe essere nata una simpatia.
Sullo sfondo il ricordo della guerra e dell’atomica e all’orizzonte la ricerca di una possibile felicità per un film un po’ al sapore di tofu, dolce quanto basta, e con un pizzico di sale. Per certi versi un po’ sulla scia di Perfect Days (2023), non solo per la cornice giapponese (Tokyo vs Onomichi) e il protagonista nuovamente un settantenne che nel film di Wenders (interpretato dal grande Koji Yakusho) puliva i bagni in modo meticoloso, mentre qui Fuji Tatsuya, altrettanto bravo nel rendere questo personaggio sposandone appieno il temperamento, con cura estrema prepara il tofu, ma soprattutto per quel racconto della quotidianità umana.
Anche questa è la storia di persone ordinarie, di un padre e di una figlia che ogni giorno aprono il loro negozio di tofu seguendo la stessa routine. Non ci sono eroi, né eroine, solo persone con i loro desideri, le loro paure e i loro problemi. La ricetta è dunque semplice: un film sul filone culinario dal gusto diverso dai prodotti mainstream (o per dirla in termini più gastronomici realizzati industrialmente) e più “artigianale” proprio come il tofu di Tatsuo che sta attirando l’attenzione di tutto il mondo.
Non sarà a quei livelli, ma intanto qualche premio internazionale già lo ha preso: alle Hawaii, al Chicago Asian Popup Cinema, al Far East Film Festival di Udine.