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Time
Chi ha tempo, non aspetti tempo. Dopo aver scoccato una freccia fuori bersaglio con L'arco, Kim Ki-duk ha aspettato un anno per tornare con questo Time. Ma non si presenta né in né on time, diciamolo subito. Consapevole dell'impasse raggiunta nel precedente, dodicesimo film, il regista coreano ha cercato di rilanciarsi nel segno della quantità: più dialoghi, più personaggi. Questa è la via imboccata, in senso contrario rispetto al consueto procedere per sottrazione: affastellamento di immagini sature, verbosità, circolarità e, soprattutto, didascalismo. Che scandiscono il triangolo di amorosi sensi tra Seh-hee (la Sung Hyun-ah del toccante Woman is the Future of Man), Ji-woo (Ha Jung-woo) e la chirurgia plastica. E' la donna a ricorrervi: cambiarsi il volto per sottrarre al logorio del tempo l'amore del proprio uomo. Dopo questo incipit, Time si blocca e si dilata temporalmente: immagine-tempo, l'utopia di Kim Ki-duk, immagine-stasi, il risultato del film. Che i connotati non se li riesce a cambiare, pur cercando soluzioni alternative in generi e registri diversi, dal comico al melodrammatico, dallo splatter all'introspettivo. Il problema? Kim ki-duk non è più quello di prima e non è ancora un altro, quale sia il suo spazio-tempo non lo sa. Lo chiede ai suoi personaggi, costringendoli a estensioni e iterazioni nonsense, e agli spettatori, che per 96 minuti aspettano fiduciosi di potersi(gli) dare una risposta. Ma non arriva perché, è il filmaker stesso ad ammetterlo, la sua è "una domanda assurda". Quindi il film si riempie di simulacri (cosa produce altrimenti la chirurgia plastica?), sculture (il Parco di Baemigumi) ed equivoci usurati che, in accezioni diverse, attestano la mancanza di cinema. Perché Time non è un film, è una richiesta di aiuto, è biografico, non cinematografico: Kim Ki-duk si sente l'acqua alla gola, e con l'ennesima didascalia ce lo dice nell'inquadratura finale, con la mano-scultura sommersa dall'alta marea. E anche allo spettatore meno sadico non resta che attendere sul bagnasciuga. La nuova identità di Kim.