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Creata da Shawn Ryan, master mind che ha inventato tra gli altri Shield, The Night Agent (su Netflix) appena uscita è volata al primo posto, buona la prima e anche la seconda. Tratta dal bestseller di Matthew Quirk, è un thriller che alterna azione e suspense in modo classico. Quando incontriamo, nella prima stagione, il protagonista Peter Sutherland (Gabriel Basso), poco prima che sventi un attacco terroristico, un attacco alla metropolitana in cui rischia la vita, lo ritroviamo poi in un seminterrato con l’incarico di analizzare rapporti supersegreti. Al posto di una medaglia, un declassamento: sorge il dubbio che sia stato scelto come capro espiatorio. Di fronte ha un telefono il cui numero è noto a pochissimi, l’agenzia ufficialmente non esiste, e ha il compito di sventare complotti mondiali ai danni degli Stati Uniti. Una notte arriva una chiamata: Rose Larkin (Luciane Buchanan) ha bisogno di lui. Trasferita di recente a casa degli zii (che non sono quelli che crede), diventa testimone oculare di un duplice omicidio. Il tutto avviene in pochi minuti, Peter e Rose scopriranno che è solo una parte del complotto globale in cui (quasi) nessuno è innocente: servizi segreti, FBI, e Casa Bianca.
Nella seconda stagione, Peter ha avuto una promozione per aver salvato la vita a una persona molto importante ed è diventato un Night Agent. A Bangkok durante un’operazione perde la partner e incomincia una corsa contro il tempo per capire chi sta tramando il disastro del secolo: un’arma chimica in grado di uccidere milioni di persone. La sostanza, denominata K.X, sviluppata dalla CIA decenni prima, è stata venduta a Viktor Bala, un prigioniero di guerra, che vuole solo vendetta. Ad aggrovigliare la matassa, c’è anche una minaccia dall’Iran e Peter ha le ore contate per impedire il massacro e scoprire i reali mandanti e per farlo ha bisogno di un alleato potente ma molto pericoloso.
La seconda serie di The Night Agent ha debuttato con numeri straordinari, raggiungendo il top delle classifiche TV della piattaforma, in ben 90 paesi.
Perché, se la stagione parte in tono minore, dal quinto episodio Shawn Ryan preme l’acceleratore e la storia riprende azione e ritmo: Peter (Gabriel Basso) ha la faccia giusta per scongiurare la tragedia, anche se significa un grosso sacrificio personale e professionale. Tra alleanze e tradimenti, il finale introduce un terzo capitolo (già in produzione) pieno di promesse.