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Una scena di
The Kingdom
The Kingdom nasce dal punto di contatto tra il cinema impegnato e dalla vocazione esplicitamente politica come Syriana e lo stile narrativo di serie investigative (chiamate in gergo forensic) come C.S.I.. Un film lungimirante e non consolatorio, diretto da Peter Berg (Friday Night Lights) e prodotto da quel genio creativo che è Michael Mann. Il regno cui fa riferimento il titolo è quello dell'Arabia Saudita, in cui un attentato in una zona residenziale dove abitano cittadini americani miete centinaia di morti e feriti. L'FBI, che ha la titolarità di queste inchieste anche all'estero, si vede negare il permesso di inviare una squadra sul posto per ragioni di carattere politico. I buoni uffici di un alto dignitario saudita però fanno in modo che quattro persone possano partire per Ryahd, pure contro il parere del dipartimento di Stato. Sul luogo, la cosa più difficile è instaurare un dialogo con la polizia locale e applicare un metodo investigativo scientifico valido, anziché norme da regime feudale. Sarà solo l'istinto di un poliziotto arabo e l'intelligenza del capo degli agenti FBI interpretato da Jamie Foxx a consentire che le indagini prendano una direzione costruttiva. Spettacolare, ma non scontato, The Kingdom è un grande thriller, e insieme un'addolorata parabola sul mondo in cui viviamo. L'Arabia Saudita, le sue contraddizioni, il rischio del fanatismo, lo scontro tra Oriente e Occidente vengono brillantemente raccontati in una miscela visiva ad alta tensione che, pur ancorata all'intrattenimento genere, ci porta nel cuore del "terrorismo": violenza, morte, genitori che perdono i propri figli, orfani disperati, dolore, lacrime. Un approccio emotivo, ma anche "meditato" per un capolavoro di stile, un po'action movie, un po' perfino western, che conquista lo spettatore in maniera brillante e problematica. Una pellicola sulla mancanza di dialogo e collaborazione come fertile base per il fanatismo e la sopraffazione e la violenza senza fine. Un apologo coinvolgente sul non dividere il mondo tra buoni e cattivi, ma tra persone di buona volontà e gente che non vuole nemmeno provare a comprendere gli altri.