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The Idea of You
In amore, forse, non ci devono essere regole, ma nelle commedie romantiche sì, eccome. Lo dice anche la prima legge del manuale del genere, un testo immateriale fatto di leggi non scritte e di esperienze dirette: è essenziale che tra i protagonisti ci sia chimica. Che, vivaddio, non manca in The Idea of You: all’attrazione fisica tra Anne Hathaway e Nicholas Galitzine ci crediamo subito, crediamo al fatto che l’uno sia curioso della vita dell’altra e viceversa, all’evidenza che entrambi siano consapevoli delle troppe differenze e così via.
Lo schema viene dal romanzo omonimo di Robinne Lee ed è semplice, al limite del prevedibile, eppure a suo modo funziona: lei è una gallerista quarantenne, divorziata e madre di un’adolescente; lui è l’idolo della figlia di lei, popstar ventiquattrenne in una boyband di fama globale. La rom-com, nelle sue massime espressioni, è sempre un trattato di sociologia o perlomeno un compendio sui costumi del suo tempo, e The Idea of You ci dice che a fare notizia è ancora il divario anagrafico tra una donna che i modelli convenzionali e conformisti vorrebbero risolta e in pace dei sensi e un ragazzo amato dalle teenager e già affermato economicamente. In realtà la faccenda è meno banale.
Nel film, la quarantunenne Hathaway viene etichettata dalla stampa come “cougar”, cioè una donna che ha rapporti con uomini più giovani toy boy: se da una parte è onestamente un po’ forzato relegarla a una figurina da tabloid, dall’altra ci dice molto su una produzione del genere, commerciale (va direttamente su Prime Video) e allineata a un modello femminile forse rétro, come se fosse una rediviva protagonista di Sex & the City o nell’anticamera di un’eroina borghese alla Nancy Meyers (il gusto per le case grandi e ben arredate è lo stesso).
A lei, splendida star hollywoodiana il cui carisma è sprecato per una fruizione domestica, spetta il compito di sessualizzare un idolo da gen Z: Galitzine, consacrato proprio su Prime Video grazie alla rom-com gay Rosso, bianco & sangue blu, restituisce una sorta di avatar di Harry Styles (anche lui teen idol che viene da una boyband e impegnato con donne più grandi) che vive con Hathaway un’iniziazione a quell’erotismo che i giovanissimi vivono con parametri diversi e più complessi rispetto al passato.
È su queste dinamiche che si edifica The Idea of You, un film quasi anacronistico nei modelli che porta avanti (non fosse per il contesto, potrebbe essere una produzione degli anni Zero) ma comunque corretto e lineare nel suo procedere tra colpi di fulmine, cotture a fuoco lento, drammi di transizione e finale ineluttabile. A dirigerlo, Michael Showalter (che l’ha anche scritto con Jennifer Westfeldt): The Big Sick resta la sua cosa migliore, ma dispiace che col tempo (suo Gli occhi di Tammy Faye, che tradisce l’ipotesi di un biopic grottesco) si sia allontanato da commedie più complesse come la bella opera prima Hello, My Name Is Doris (anche lì, guarda caso, c’era una donna matura attratta da un collega più giovane: ma era Sally Field, aveva più di sessant’anni e il film girava meglio).