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Sono le donne le grandi protagoniste di questa prima parte di concorso del festival di Berlino: dopo Lone Scherfig con The Kindness of Strangers e Nora Fingenscheidt con System Crasher, è stato il turno dell’austriaca Marie Kreutzer.
È un film psicologico tutto al femminile The Ground Beneath My Feet di Marie Kreutzer. Un film che in un accumularsi di stress lavorativi, si muove didascalico, un pò confuso e non privo di intenti moralistici sui terreni della psiche e del collasso nervoso.
Fra sorelle paranoiche, jet-set, aeroporti e telefonate immaginarie, manca una vera e propria direzione tra le suggestioni di realtà e delirio. Lola è una manager trentenne costantemente impegnata nella ristrutturazione di aziende.
Il suo elegante appartamento a Vienna è poco più di un luogo in cui far recapitare la posta, visto che la sua vita si svolge soprattutto in hotel dove porta avanti anche una relazione con la sua diretta responsabile sul lavoro. Le sue giornate trascorrono in gran parte in ufficio anche se trova spazio per intense sedute ginniche.
La sua carriera, grazie anche alla sua competenza e dedizione, sembra essere inarrestabile. Fino a quando un giorno la sorella maggiore, di cui non ha mai comunicato a nessuno l'esistenza e che è affetta da schizofrenia paranoide, tenta il suicidio. I ritmi di un mondo del lavoro sempre più stressanti e i traumi del passato pronti a tornare sono i temi che si intrecciano in questo film dai risvolti psicologici fortemente sottolineati.
È spesso il cinema americano a proporci storie di manager stressati sull’orlo di crisi di nervi più o meno accentuate. Trovare qualcuno che le racconta a una latitudine più vicina come può essere quella austriaca diventa quindi particolarmente interessante.