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THE FORTY-YEAR-OLD VERSION (L-R): RADHA BLANK (WRITER, DIRECTOR) as RADHA, OSWIN BENJAMIN as D. Cr. NETFLIX ©2020
Ci sono film con cui inevitabilmente devi fare i conti. Che costringono ad una nuova riflessione sull’essere spettatore. Non serve necessariamente il film “perfetto”, piuttosto il film giusto.
Ecco, Radha Blank fa’ la cosa giusta e dopo (tra le altre cose) aver collaborato alla produzione e alla scrittura di She's Gotta Have It (la serie di Spike Lee) esordisce dietro la macchina da presa mettendo in scena se stessa, la sua vita, le imperfezioni di una (quasi) 40enne – verosimilmente concentrandosi su un periodo relativo ad una manciata di anni fa (forse il 2014, un anno dopo la scomparsa della madre, presenza-assenza costante) – e stupisce con The Forty-Year-Old Version, premiato allo scorso Sundance, disponibile su Netflix e (lo meriterebbe) sicuro outsider per la prossima corsa agli Oscar.
THE FORTY-YEAR-OLD VERSION: Behind the scenes of RADHA BLANK (WRITER, DIRECTOR). Cr. JEONG PARK/NETFLIX ©2020FYOV. Forty Year Old Version, sì, ma anche – e soprattutto – Find Your Own Voice: drammaturga newyorkese, anni prima inserita nei “30 Under 30” di Spotlight Magazine, Radha Blank è ora bloccata e alla disperata ricerca di una svolta. Cerca qualcuno che produca la sua nuova pièce, Harlem Ave, ma nel frattempo si guadagna da vivere facendo l’insegnante di scrittura ad un gruppetto di studenti a dir poco turbolenti.
A poco, o nulla, servono gli sforzi del suo agente, nonché vecchio amico, Archie (Peter Kim), disposto a qualsiasi cosa pur di tenere alta la memoria del suo talento: Radha decide di reinventarsi, iniziando a scrivere e a incidere brani rap con lo pseudonimo di RadhaMUSPrime. Qualcuno saprà finalmente ascoltarla?
Harlem, il Bronx, Brooklyn, la New York di Radha Blank incastrata in un bianco e nero che è vocazione ben prima che maniera è l’ulteriore personaggio pulsante di un film sorprendente per scrittura e vitalità, capace di ragionare sull’immediatezza di dialoghi fulminanti e figure memorabili (in primis l’homeless che staziona di fronte la casa della protagonista), ognuna tremendamente viva, imperfetta, umana.
THE FORTY-YEAR-OLD VERSION (L-R): ANTONIO ORTIZ as WALDO, TJ ATOMS as KAMAL, HASKIRI VELAZQUEZ as ROSA, ASHLEE BRIAN as AVERY. Cr. JEONG PARK/NETFLIX ©2020Sospesa perennemente tra il malessere esistenziale e l’incredibile voglia di rivalsa, Radha accetta suo malgrado il compromesso (farsi produrre la pièce da un potente impresario bianco radical chic), consapevole che il testo finirà per perdere la potenza originaria, incentrata su gentrificazione e poverty porn. Solamente reagendo troverà la forza – finalmente – per far sentire la propria voce. In barba a qualsiasi etichetta politically correct.
Contrappuntato magicamente da un insieme di sonorità indelebili (su tutte, le commistioni jazz di Courtney Bryan, immortale For the One Who Planted Roses in My Heart) e dalle fantastiche rime della stessa Blank – pardon RadhaMUSPrime (This is 40 è un pezzo magnifico), The Forty-Year-Old Version - da vedere necessariamente in v.o. - è uno di quei film destinati a rimanere. Capace di far sentire la propria voce. FYOV.