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The Eichmann Show
Adolf Eichmann, gerarca nazista sfuggito agli arresti alla fine della Seconda Guerra Mondiale e catturato in Argentina nel 1960. È il 31 maggio 1962 quando viene giustiziato in seguito a un lungo processo, definito “del secolo”. Dal oggi fino al 27 gennaio 2016 il film The Eichmann Show, diretto da Paul Andrew William con Martin Freeman e Anthony Lapaglia, sarà nelle sale cinematografiche italiane come evento per il Giorno della Memoria, distribuito da Lucky Red.
The Eichmann Show mostra come il produttore televisivo Milton Fruchtman, insieme al regista Leo Hurwitz - famoso documentarista finito sulla lista nera del senatore McCarty -, realizzò le riprese Tv del processo ad Adolf Eichmann. Fruchtman ebbe la giusta intuizione e Hurwitz portò all’opinione pubblica mondiale le atrocità compiute dal nazismo. Per la prima volta nella storia non solo un processo fu trasmesso in televisione, ma per la prima volta il mondo intero ascoltò le scioccanti testimonianze dei sopravvissuti all’Olocausto.
È il 27 gennaio 1945 quando gli alleati liberano Auschwitz. A settant’anni da qual giorno il cinema non dimentica e ricorda le morti innocenti e i sopravvissuti con un film che a modo suo “rende giustizia”. The Eichmann Show si allontana dal tradizionale racconto dell’Olocausto e dello sterminio nei lager. Porta sul grande schermo le dinamiche della trasmissione televisiva che, dopo sedici anni dalla fine della guerra, ha permesso di parlare liberamente e ad alta voce di quanto accaduto. Il processo alla SS Adolf Eichmann fu visto, infatti, dall’80% della popolazione tedesca, trasmesso in diretta in Israele e in differita su tutte le reti americane e inglesi, e distribuito in ben 37 Paesi nel mondo.
Il processo del secolo fu celebrato a Gerusalemme nel 1961, ripreso da telecamere nascoste. L’intuizione di Milton Fruchtman fu quella di portare e mostrare nelle case della gente gli atti criminali commessi durante il nazismo, di cui si era più volte parlato ma in tanti ancora non ne avevano compreso l’entità. Le testimonianze dei sopravvissuti, insieme a immagini girate durante gli anni della guerra, furono mostrate come prove a carico e come capi di accusa contro Eichmann che, per tutta la durata del processo, ripreso da telecamere spesso fisse sul suo volto per coglierne ogni singolo movimento o reazione, non ammise mai ne colpa ne responsabilità. Adolf Eichmann fu l’unico a restare indifferente davanti a immagini e parole di morte, dolore e sofferenza.
The Eichmann Show, girato magistralmente come film storico e drammatico ma anche documentario, racconta anche dell’ossessione vissuta dai due protagonisti. Da un lato il produttore preoccupato per l’audience - negli stessi giorni le tv trasmettevano continue notizie sulla missione spaziale di Gagarin e sulla crisi di Cuba -, e dall’altro il regista, più cauto, concentrato a mostrare la verità.
Il film è un invio a riflettere e a non dimenticare, ma anche a tenere alto il livello di consapevolezza. Non solo per quanto accaduto in passato, per lo sterminio di sei milioni di ebrei, ma per quanto avviene ancora oggi. Per il perpetrarsi di genocidi in nome della religione, delle differenze etniche, sociali e culturali. Genocidi che si conoscono, di cui non se ne parla.