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Day of the Jackal © 2023 Carnival Film & Television Limited
Avete amato Il giorno dello sciacallo di Fred Zinnemann? Bene, anche Eddie Redmayne: l’attore premio Oscar ha detto, durante tutto il press tour di presentazione della serie Sky The Day of the Jackal, di aver accettato il ruolo dello Sciacallo proprio perché, quando era piccolo, il film del 1973 era uno dei titoli che guardava a ripetizione con la famiglia. Prima del lungometraggio però c’è il romanzo di Frederick Forsyth, considerato uno dei testi più importanti del genere spionaggio. E se nel libro, ormai scritto più di 50 anni fa, l’obiettivo nel mirino del killer protagonista è un politico - e non uno qualsiasi, ma Charles De Gaulle -, oggi il bersaglio rilevante da eliminare è un guru della tecnologia, Ulle Dag Charles, detto UDC (interpretato da Khalid Abdalla), con 240 milioni di follower sui social e un impero in grado di influenzare anche i governi. Vi ricorda qualcuno?
Impossibile non pensare a figure come Elon Musk, che ha dato un grande contributo alla vittoria di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti alle elezioni del 2024. I tempi cambiano quindi e anche lo Sciacallo non è più lo stesso: se infatti nelle precedenti versioni l’assassino su commissione era spietato e misterioso, nei dieci episodi di The Day of the Jackal, disponibile su Sky e NOW dall’8 novembre, possiamo conoscerlo meglio.
Oltre ai suoi tanti travestimenti, lo vediamo anche in una dimensione più rassicurante: quella familiare. Ha una moglie, Nuria (Úrsula Corberó, celebre per il ruolo di Tokyo nella serie La casa di carta), e un figlio. Questo però non gli impedisce di uccidere persone a sangue freddo. Ma, si sa, a ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria e la nemesi dello Sciacallo stavolta è Bianca Styles (Lashana Lynch, che di spie se ne intende, avendo combattuto con 007 in No Time To Die), pronta a tutto pur di catturarlo.
Ideata e sceneggiata da Ronan Bennett, scrittore ed ex militante dell’IRA, la serie ha un alto valore produttivo: girata tra Londra, la Croazia e Budapest, le location si alternano a un ritmo incalzante, così come le sequenze d’azione, dirette con mestiere dal team di registi, formato da Brian Kirk, Paul Wilmshurst, Anu Menon e Anthony Philipson. Anche perché è come se The Day of the Jackal raccontasse due storie parallele, che necessitano un montaggio alternato: quella dello Sciacallo, serial killer trasformista, e di Bianca Styles, appunto, agente segreto che gli dà la caccia.
Come le proverbiali rette che non si incontrano mai, i protagonisti sono sui lati opposti del concetto di giustizia e morale, ma, mano a mano che li vediamo agire e prendere decisioni, il confine tra i due diventa sempre più sfumato. Anche Bianca mente e fa scelte molto discutibili, mentre lo Sciacallo, in diverse situazioni, mostra di avere ancora un minimo di empatia e umanità. La riflessione su dove sia la verità oggi, in un mondo in cui la tecnologia - in teoria - dovrebbe rendere più facile identificarla e invece viene usata per confondere sempre più chi non è al potere, è la più interessante ed è perfettamente incarnata dal percorso dei due personaggi.
Peccato però che tanto sfoggio di mezzi non si traduca in empatia per i personaggi: nonostante Eddie Redmayne e Lashana Lynch, anche produttori esecutivi, credano fortemente nel progetto, non riescono mai davvero a coinvolgerci. Forse perché loro stessi non interagiscono mai, confrontandosi sempre a distanza. E se Lynch è convincente nel ruolo dell’agente risoluta, Redmayne è perfetto per la parte “mutaforma" dello Sciacallo, ma non ha forse il carisma necessario per le scene che richiedono un maggiore vigore fisico.
The Day of the Jackal ha poi un altro grande nemico invisibile: il fatto di sembrare un collage di tanti altri film e serie thriller e di spionaggio venuti prima e più memorabili. Dieci episodi, tutti da un’ora l’uno, sono poi troppi. Se amate il genere però è una visione che sicuramente sa intrattenere.