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Una scena di
The Covenant
Quattro è il numero perfetto. Le boy band e i gruppi rock più famosi hanno quattro componenti. Quattro sono i punti cardinali e gli elementi primari. Quattro sono i protagonisti di The Covenant, un horror fashion con poco sangue, tanta magia e ottima musica metal, unico vero pregio del film di Renny Harlin, finlandese di mano (e bocca) buona, nella cui cinematografia il capolavoro può individuarsi in Die Hard 2. Appunto. Qui assistiamo a un Notte prima degli esami a Salem; i giovani attori Steven Strait, Sebastian Stan e Toby Hemingway (sosia di Eros Galbiati) li vedremmo bene sul set di Brizzi. Quattro ragazzi belli e muscolosi, discendenti dalle famiglie di Ipswich scampate alla caccia alle streghe del 1600, hanno poteri magici e sono in attesa dell'Ascesa che con la maggiore età ne moltiplicherà la potenza e, con l'uso, l'invecchiamento. Mentre insultano Harry Potter e fanno superdispetti con i superpoteri, la loro pace e il loro patto di silenzio verranno turbati da Chase Collins, figlio illegittimo di un altro fenomeno paranormale che vuole la magia del protagonista Caleb. La bella Laura Ramsey (Lords of Dogtown) è l'agnello sacrificale- principessa da salvare. Interessante esperimento di horror patinato e borghese al college, non regge per ritmo, trama e dialoghi troppo tentennanti. La buona notizia è che dura meno di 100 minuti. La cattiva è che, a giudicare dal finale, ci sarà un sequel.