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The Country Teacher
Chissà se Bohdan Sláma ha mai visto Diario di un maestro, geniale docu-fiction del 1972 firmata dal nostro Vittorio De Seta? Perché The Country Teacher - quarto lungometraggio del quarantenne regista ceco - inizia proprio con l'approdo d'un docente di città in una piccola scuola della provincia vicino Praga, e con i suoi sforzi per adempiere al meglio alla sua missione professionale. Passati i primi venti minuti però tutto cambia. Le preoccupazioni del protagonista per il destino esistenzial-culturale del giovane campagnolo abitante della fattoria vicina alla scuola, trovano presto un'inattesa spiegazione: l'insegnante è omosessuale, e nutre una segreta passione per il ragazzo affidato alle sue cure didattiche dalla di lui madre, la vedova del paese, donna appena fuori la giovinezza, timidamente invaghita dell'impacciato docente. A scompigliare il fragile equilibrio della comunità viene la ricomparsa dell'ex compagno del protagonista, uno spregiudicato faccendiere rampante, emigrato con successo nella vicina Germania. Alla crisi apparentemente insanabile segue, appena prima della fine, l'attesa salvifica ricomposizione. Dalla commedia, al dramma, e dal dramma alla commedia Sláma sembra in grado di reggere il timone della regia, ma non altrettanto capace di scrivere il film scegliendo e montando nella giusta sequenza e secondo le giuste misure i momenti topici, gli snodi narrativi e quelli "tematici", i passaggi funzionali ad oliare la macchina del racconto. Gli interpreti, seppur senza guizzi, danno prova di buon mestiere, il film però avanza a singhiozzo alternando scene vivide ad azioni inutili, ridondanti, oppure troppo velocemente accennate. Ad esplicitare oltre ogni possibile evidenza l'ottimistico epilogo, giunge provvidenziale la nascita d'un vitello. L'originalità di sguardo, della quale pure Sláma si dimostra capace, raccontando per una volta desideri del cuore - senza troppe conformistiche distinzioni tra omosessuali ed eterosessuali - e della carne con coraggiose incursioni in regioni dell'umana relazionalità poco frequentate, manca del necessario spessore per poter giungere ad essere discorso.