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La Storia lascia ferite incurabili, ancora aperte dopo decenni. Nel caso della Croazia, il ricordo della guerra è vivido nelle menti delle vittime e di chi ha combattuto. Il motivo era l’indipendenza, l’autodeterminazione di un popolo che voleva staccarsi dalla Jugoslavia. Purtroppo conosciamo il seguito: quattro anni di lacrime e sangue dal ’91 al ’95, che hanno segnato le vite di un popolo e di una nazione. A Zagabria e dintorni, i serbi sono guardati con sospetto e l’integrazione non è scontata.
I luoghi comuni e le maldicenze regolano la quotidianità: “i poliziotti (serbi) si divertono a massacrare di botte i giovani croati” e “gli omosessuali sono pericolosi perché abusano dei bambini, oltre a vestirsi da donne”. Non si sa se sia più pericoloso lo straniero o il diverso. I due protagonisti spesso si scambiano queste battute, incapaci di accettarsi in una terra ancora alla ricerca di una propria identità, sia collettiva che individuale. Quella ufficiale è fornita dalla Costituzione, in cui si parla di uguaglianza e comprensione. Ma purtroppo rimangono belle parole scritte su carta. Lo spirito del Paese non è di apertura, perché il dolore è ancora troppo forte.
The Constitution – Due insolite storie d’amore mette in scena le differenze sociali e le divisioni della Croazia. I precetti devono essere imparati a memoria per ottenere la cittadinanza, ma poi non vengono rispettati. Si respinge, invece di provare ad accogliere. Sembra il mantra del nostro tempo, qui aggravato dalla pesante eredità che hanno lasciato le generazioni passate. Forse è una realtà che non tutti conoscono, ma il regista Rajko Grlic, anche filosofo, con il linguaggio della commedia agrodolce la rende alla portata di tutti.
Da una parte la nazione benestante, colta, rappresentata dal professor Vjeko, un’insegnate di scuola superiore che ama gli uomini e i vestiti da donna. Dall’altra un agente di polizia serbo di nome Ante, che deve preparare un esame sulla Costituzione della Repubblica Croata (che è anche il titolo originale del film). Vjeko vive con il padre in un bell’appartamento nel centro di Zagabria con il padre invalido, ridotto a un vegetale dopo il conflitto. Una notte, viene pestato da un gruppo di ragazzi, e la sua dirimpettaia inizia a prendersi cura di lui. Lei lava i piatti, cucina, pulisce e in cambio gli chiede di aiutare il marito Ante a studiare.
All’inizio lo scontro è all’ordine del giorno, ma poi, forse anche in modo un po’ utopistico, il sole spunta tra le nuvole. The Constitution – Due insolite storie d’amore non è solo un film politico, ma anche una storia di sentimenti persi e ritrovati, di desideri e sogni che rischiano di perdersi nell’orgoglio e nel non voler fermarsi ad ascoltare o a riflettere. Il regista non va per il sottile, e alcune volte il dramma avrebbe bisogno di delicatezza, invece di battute pungenti. Ma lo spaccato è quello di un’umanità allo sbando, che si aggrappa alla sue regole per sopravvivere.