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Matt Damon con Joan Allen
Chi è Jason Bourne? Come mai è diventato un implacabile assassino? Perchè lo vogliono morto? Gli enigmi irrisolti dei primi due adattamenti per il cinema della spy-story di Ludlum trovano risposta in The Bourne Ultimatum. Le informazioni riservate in possesso di un cronista stanano Damon-Bourne e risvegliano i suoi nemici. Sarebbe iniziato tutto con un programma segreto, denominato Backbriar. Il dossier che incriminerebbe il direttore della CIA (Scott Glenn) è nelle mani del suo scagnozzo, lo spietato Noah Vosen (David Stratahirn). Bourne potrà ritrovarlo solo col favore di due donne, l'agente pentito Nicky Parsons (Julia Stiles) e il detective per gli affari interni dell'agenzia Pamela Landy (Joan Allen)… La battaglia tra chi scava in cerca della verità e chi vuole seppellirla è nuovamente un susseguirsi serrato di duelli e sparatorie, acrobazie e inseguimenti. Se il terzo episodio della saga supera però i precedenti per tensione e ritmo, il merito è di Paul Greengrass - già artefice del secondo - che assolutizza l'uso della macchina a mano e frantuma il montaggio dilatando la vertigine del racconto. Costruito su tre grandi scene madri e un azzeccato parterre d'attori - la maschera impassibile di Damon conferisce al personaggio una venatura disturbante, la Stiles bilancia ambiguità e dolcezza, Stratahirn e Glenn sono una credibile coppia di cattivi - The Bourne Ultimatum non tradisce dunque le attese. Definirlo un buon film di genere sarebbe però riduttivo. Il regista di Sunday Bloody Sunday e United 93 infonde nella materia narrativa la sua personale poetica, giocata sul tema dell'identità e della memoria a rischio. Il continuo vacillare del punto di vista, l'immagine sporca, e la parcellizzazione dello spazio - luoghi decostruiti e restituiti come repliche di un onnipervasivo scenario di guerra - sono marche stilistiche di un cinema inquieto e segni inequivocabili di un' America scossa, fuori controllo nonostante l'illusione panottica (telecamere a circuito chiuso, rilevatori elettronici, spie satellitari), costretta come Bourne a ritrovare il filo della propria Storia e le ragioni della sua violenza, pena una Storia ostaggio della violenza.