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“Come puoi riparare un cuore spezzato?”. Era il 1970, i Bee Gees erano già al sesto album, il successo già lo conoscevano – certo, solamente qualche anno dopo, nel ’77 con Saturday Night Fever, divenne ben più che planetario – ma 2 Years On segnò il ritorno nel gruppo del “fratel” prodigo Robin, che dopo Odessa aveva deciso di andarsene.
How Can You Mend a Broken Heart – singolo che raggiunse la vetta delle hit americane, poi inserito nell’album del ’71 Trafalgar – celebrò in qualche modo la riappacificazione.
E ora serve a riempire di senso (non solo nel titolo) il primo documentario interamente dedicato ai Bee Gees, leggendaria band inglese-australiana con oltre 1000 canzoni all’attivo, una ventina di hit mondiali e oltre 220 milioni di dischi venduti: ci pensa Frank Marshall a raccontare i mitologici fratelli Gibb (Barry, l’unico ancora in vita, e i gemelli Maurice e Robin, morti rispettivamente nel 2003 e nel 2012).
![Mandatory Credit: Photo by Globe Photos/Mediapunch/Shutterstock (10192762a)The Bee Gees with Robert StigwoodThe Bee Gees with Robert Stigwood 1978](https://www.cinematografo.it/image-service/version/c:ZmY3YTk2OTMtYjE1MC00:OTMtYjE1MC00OGU1OWE4/the-bee-gees-with-robert-stigwood-1978.webp?f=default&q=0.75&w=3840)
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The Bee Gees with Robert Stigwood 1978
Più rinomato come produttore (fondatore della Amblin Entertainment con Spielberg, Oscar alla memoria Irving G. Thalberg nel 2019) che come regista (anche se a lui si deve il mezzo cult Alive – Sopravvissuti del ’93), Marshall mette in piedi un documentario canonico dal punto di vista strutturale (l’ascesa del gruppo, lo stile e l’evoluzione nel corso degli anni, capace di spaziare tra il pop-soft e il country-folk degli esordi fino all'approdo trionfale della disco-music), raccogliendo interviste con personaggi di tutto rispetto, musicisti contemporanei in qualche modo influenzati dal loro lavoro, da Eric Clapton a Noel Gallagher, da Mark Ronson a Chris Martin e Justin Timberlake.
L’aspetto più interessante però, naturalmente, emerge dai racconti e dalle immagini inedite della storia intima, privata, di tre fratelli che sin da piccolissimi hanno deciso di inseguire un’emozione, la gioia di cantare e creare canzoni insieme. Perché, alla fine, quello che conta davvero per restare vivi è solo questo.
![The dance floor of legendary disco Paradise Garage, NYC 1979.](https://www.cinematografo.it/image-service/version/c:OTFkNzkzYjAtMTRiOC00:YjAtMTRiOC00ZjM5ZjFi/paradise-garage-dance-floor-1979.webp?f=default&q=0.75&w=3840)
![The dance floor of legendary disco Paradise Garage, NYC 1979.](https://www.cinematografo.it/image-service/version/c:OTFkNzkzYjAtMTRiOC00:YjAtMTRiOC00ZjM5ZjFi/paradise-garage-dance-floor-1979.webp?f=default&q=0.75&w=3840)
“ […] Whether you're a brother or whether you're a mother
You're stayin' alive, stayin' alive
Feel the city breakin' and everybody shakin'
And we're stayin' alive, stayin' alive […]”