Alice nella città apre le danze con The be all and end all di Bruce Webb,storia di vita che viene dall'Inghilterra e che parla di amore, quello tra due amici che all'età di quindici anni sono costretti a confrontarsi con la morte. Infatti Robbie, dopo essersi sentito male l'ultimo giorno delle sue tanto amate vacanze, viene ricoverato e gli viene diagnosticata una malattia al cuore che presto lo condurrà alla morte. Nessuno vuole dirgli la verità e da quel preciso istante in cui spiega il suo piano per scoprirla a Ziggy inizia a rivelarsi il grande legame tra i due. Una volta compiuta la missione Ziggy si sente terribilmente spaventato, spaventato perchè Robbie è l'unica cosa che ha. Da quel momento la loro amicizia si mostra in tutte la sua intensità nonostante i duri sacrifici che Ziggy compie in nome della felicità di Robbie. Il suo ultimo desiderio è quello di non morire vergine: sta al suo "fratello" cercare di farlo diventare realtà.
Cosi inizia una serie di avventure tra botte e prostitue che per la loro comicità riescono  a far dimenticare quanto la realtà sia tragica. "E' tratto da una storia vera?" chiede una voce dal fondo della sala dopo la fine del film, risponde il giovane attore Josh Bolt: "Sì. E' successa ad un ragazzo in Australia: prima di morire voleva sapere cosa fosse il sesso."
Con il collega Eugene Byrne, Bolt afferma: "Quando si hanno 15 o 16 anni non si pensa alla morte perchè la si considera sempre molto lontana: non ci avevamo mai pensato prima di questo film, ora abbiamo aperto gli occhi."
Insieme di emozioni forse "troppo forti" per dei ragazzi, tuttavia la forza dei sentimenti le rende alla loro portata. Un processo naturale e spontaneo, che fluisce con la stessa modalità per tutto il film: peccato per il finale un po' sbrigativo. "Non so come dirlo", queste le ultime parole di Robbie che riescono ad esprimere la sensazione indescrivibile che l'amore suscita in noi, lasciandoci spesso senza parole.