Un cowboy canterino, un rapinatore di banche, un vecchio cercatore d’oro, un viandante con tronco umano da far esibire, una carovana in viaggio verso l’Oregon, una carrozza con due cacciatori di taglie tra gli occupanti…

Sono le sei microstorie che compongono il nuovo film dei fratelli Coen, l’antologico The Ballad of Buster Scruggs, che offre altrettanti “scorci” della mitologia western riletta con la solita ironia e profondità dai due grandi autori americani.

Una veduta d’insieme che regala momenti di parodia “alta” (il riferimento agli spaghetti western c’è eccome), soprattutto nei primi due episodi, con Tim Blake Nelson (strepitoso) e James Franco, per poi farsi via via più cupa, con Liam Neeson, Tom Waits (chiamato ad un vero e proprio One Man Show nei panni di un anziano cercatore d’oro in una meravigliosa e rigogliosa vallata), Zoe Kazan, Bill Heck, Brendan Gleeson e altri ancora ad arricchire un cast che, insieme all’incredibile e abituale apporto di Carter Burwell alle musiche, completa un mosaico capace al tempo stesso di divertire e coinvolgere.

Al netto di qualche lungaggine di troppo, non viene meno da parte di Joel & Ethan il gusto di una scrittura che prevede situazioni e/o personaggi sempre in bilico, dal punto di vista esistenziale o nel vero senso della parola (il rapinatore di banche James Franco, con il cappio al collo sul dorso del cavallo…), ed è quasi sempre attraverso il gusto per la parola e l’assurdità del risvolto di alcune situazioni che il cinema dei Coen trova le sue scappatoie migliori.

 

Anche questa volta, tra le aride praterie minacciate dalle sortite dei comanche o nei saloon abitati dai più malfamati giocatori di poker.

Non passerà alla storia questo Buster Scruggs, ma è pur sempre un bel vedere.