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1870. Amedeo di Savoia viene nominato re di Spagna. Il generale Prim, suo sostenitore, viene assassinato prima che Amedeo venga ufficialmente incoronato. Così il re dovrà governare da solo il Paese. Per sfuggire alle frustrazioni, Amedeo si rifugia in avventure amorose e in piacevoli giochetti e distrazioni.
Diretto dal produttore Luis Miňarro, Stella cadente (2014) mira a narrare una storia poco nota al grande pubblico, quella di Amedeo di Savoia, e lo fa tentando di ricreare atmosfere tendenti all’iperrealismo, in una cornice scenografica ben costruita e che racchiude al suo interno una prova interpretativa gradevole, seppur non eccellente. Il film, presentato alla 32° edizione del Torino Film Festival come film scandalo, presenta in realtà alcune sequenze di nudo e un tasso di erotismo quasi inesistente.
La sola sequenza memorabile è quella che vede Lorenzo Balducci nudo intento in una masturbazione servendosi di un melone intagliato a dovere, poi subito dopo servito al re vegetariano. Il contesto storico viene raccontato attraverso lunghi dialoghi, spesso scontati e privi di originalità o momenti elevati, puntando il tutto sull’ironia e sul nudismo. 111’ purtroppo privi di omogeneità e spesso intervallati da sequenze fuori luogo che non fanno altro che contribuire alla scarsa riuscita del film. Che il regista abbia voluto esprimere in tal modo la sua autorialità? Questo rimane un quesito aperto, al quale lo spettatore difficilmente potrà fornire una risposta.
“Riuscirò a capirlo?” domanda sul finale la moglie di Amedeo di Savoia, forse quasi a volersi immedesimare nei panni dello spettatore meno addentrato nel cinema surrealista.