Il film è polvere che risplende nel buio della sala. Così si apre Staub, ovvero Polvere, ennesimo tassello nella carriera del documentarista tedesco Hartmut Bitomsky. E' lo stesso Bitomsky a commentare con voce neutra e inflessibile novanta minuti di pellicola che ci porta a visionare decine di contesti urbani, sociali e psicologici dove si annidano differenti riflessioni sull'elemento polvere. Settore chimico, industriale estrattivo, ma anche industria meccanica, folle collezionismo privato, paranoie del singolo. Il filo rosso costruito da Bitomsky è un po' quel ragionamento filosofico alla Calvino sull'esistenza di un elemento naturale così bistrattato, ma anche così infinitamente poetico e presente silenzioso nell'atmosfera. Diceva Queneau, citato nel film: "per quanto non resti del resto, rimarrà sempre del resto". Paletta e scopino Bitomsky, o mani guantate di chi per lui, raccolgono quei rimasugli che continuamente si riformano. Lotta immane contro Golia, ma anche dimensione nuova della convivenza, Staub diventa documento autentico quando si sposta sul terreno degli estremi, sulle scelte radicali di individui eccentrici: l'inserto che illustra la casalinga completamente immersa nella pulizia della polvere dieci ore al giorno e sempre ossessivamente all'erta; come quello della signorina che mette sotto vetro i famosi "gatti" o gomitolini di polvere rimasti sotto letti e divani solo per il gusto della collezione. Fenomenologia della polvere che esprime e mostra quanto è piccolo e frenetico l'uomo di fronte al creato (ricordate le tre ore de Il grande silenzio del tedesco Gröning due anni fa?), di quanto è debole ma ardimentoso di fronte al pericolo (le polveri sottili, pm 10, che nascono dal traffico cittadino o quella di amianto, nascosta in mille e mille tetti di mezzo mondo). Bitomsky ha coraggio da vendere e non si inventa nulla di sperimentale o straordinario: gli basta osservare, senza troppe mediazioni e creare un'immagine pura e intonsa come quel magico momento di equilibrio artificiale in cui la macchina da presa va smontata e pulita togliendo ogni piccolo granello di polvere. Tanto in pochi secondi inesorabilmente si ricrea.