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Spring Fever
Nel 2006 con Summer Palace il regista cinese Lou Ye portava sulla Croisette una parabola amorosa che attraversava la storia recente - e censurata - del suo Paese: dalla rivolta di piazza Tienanmen alle migrazioni interne, dal canto del cigno del collettivismo all'arrivo del capitalismo di stato.
Tre anni dopo ritorna in Concorso con Spring Fever, (un'altra) parabola sentimentale ambientata a Nanchino durante la primavera. Una primavera ebbra d'amore, passione e gelosia, in cui si intrecciano le vite di Jiang Cheng (Hiao Qin), il suo amante Wang Ping (Wei Wu), la moglie di quest'ultimo Jiaqi Jiang (Lin Xue), il fotografo Lou Haitao (Sicheng Chen), assoldato dalla donna per spiare il marito fedifrago, e la compagna di Lou, Li Jing (Zhuo Tan). Tutti sarannno travolti da un insolito destino nell'Azzurro Fiume di primavera, con l'alcool e la notte quali dissoluti compagni di viaggio e la speranza che in qualche modo, in qualche giorno, tutto si possa accomodare. Non sara' cosi' per tutti, ma l'occhio di Lou Ye non giudica, segue fedelmente - almeno lui... - i suoi personaggi, con un tallonamento serrato quanto errabondo, alla ricerca della verita' che le sue "anime dannate" conservano e occultano.
In una cornice melodrammatica, che pare qua e la' strizzare l'occhio a Wong Kar-wai, Spring Fever non riesce sempre a veicolare le emozioni che, partendo dal titolo, si prefiggeva: la poetica non ha che poche linee di febbre e la primavera se risveglia i sensi degli attori non fa altrettanto con gli spettatori. Rispetto a Summer Palace un mezzo passo indietro: mettendo in primo piano i rovelli amorosi dei protagonisti, Lou Ye rischia qui un effetto flou sulla societa' cinese, che nel film precedente aveva indagato con maggior incisivita'. Anche perche', girando clandestinamente con una piccola digitale, il regista doveva forzatamente restringere il campo.
Nondimeno, Spring Fever riesce nella irresolutezza morale e pragmatica dei protagonisti a dare un'immagine, sporca ancor piu' che sofferta, della Cina attuale, dilaniata nei corpi e nelle esistenze individuali da tradizione e innovazione. Il Fiume Azzurro oggi e' grigio, e in quel grigio febbrile si dibattono cinque personaggi in cerca di una patria: sentimentale e identitaria.