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Sotto una buona stella
Mai perdere le speranze e soprattutto la pazienza. Anche quando va tutto a rotoli, il lavoro, la famiglia, la fidanzata. E' l'assioma di Sotto una buona stella, il nuovo film di e con Carlo Verdone, in sala dal 14 febbraio, protagonista Federico Picchioni, sessantenne gagliardo e un po' ingenuotto.
Una bella casa, due figli viziati e superficiali (lui aspirante cantautore, lei scrittrice), tenuti a distanza, e una giovane compagna, Gemma (Eleonora Sergio) che fa bene al cuore e alla salute. Carriera in ascesa, presso una holding finanziaria in cui scorrono soldi, roba da dilettanti però a pensare ai lupi di Scorsese, ma qui (si scopre subito) il colpevole è solo uno: il Caso. Ce la mette tutta per rovinare il povero Picchioni: muore la ex moglie e lo scandalo finanziario lo travolge in pieno.
Poco importa ai clienti che lui non c'entri niente, la barca affonda ed è meglio affidarsi a galleggianti più sicuri. I figli (Lorenzo Richelmy e Tea Falco) privati dei privilegi, sono costretti alla coabitazione.Non c'è nobiltà nell'essere poveri dice Jordan Belfort in The Wolf of Wall Street, lo capisce immediatamente anche Picchioni, che si ritrova a dividere gli spazi non proprio piccoli con la fidanzata arrabbiata, i ragazzi svogliati e, ciliegina sulla torta, una nipotina. L'appartamento perfetto diventa un porto di mare, gente che va (Gemma, in meno di 48 ore, la colf stesa da un giocattolo) tossici alternativi che arrivano. Che fare? Intanto socializzare con la nuova vicina Luisa (Paola Cortellesi) che, dapprima molesta, si rivela invece preziosa (si intende di tutto, dall'idraulica al risanamento di aziende) soprattutto nella (mal)gestione familiare di Federico.
La storia non è molto originale, l'incapacità di essere genitori ha dato adito a tante forme di espressione narrative e filmiche, e non è così brillante l'idea dell'inquilina che si rivela una risorsa inestimabile. C'è da dire, però, che senza Carlo Verdone il futuro sarebbe meno gentile: è la commedia di un uomo perbene, e qua e là si sorride perché il film è sincero e la Cortellesi è strepitosa. Prima in versione rumena e, infine in quella hard, duetta con Verdone che è una bellezza.