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Sotto le bombe
Zeina (Nada Abou Farhat) e Toni (Georges Khabbaz), lei musulmana sciita, lui cristiano, entrambi libanesi. Emigrata a Dubai, quando nell'estate del 2006 scoppia la guerra, Zeina torna in Libano per salvare il figlio e la sorella. Li cercherà insieme a Toni, scaltro tassista desideroso di raggiungere il fratello in Israele. Opera seconda del franco-libanese Philippe Aractingi, Sotto le bombe ci ricorda come il Libano sappia ancora essere il Paradiso terrestre che fu, inquadrando le colline, i paesaggi da levare il fiato di una terra martoriata ma non affossata, violentata ma non assassinata. Una volontà o, meglio, speranza di bellezza, a cui il film sta attaccato con strenua resistenza, insinuando l'innamoramento nella devastazione, un rinnovato legame sentimentale nel vecchio meccano della separazione. Seppur sovente didascalico e prevedibile - ma anche la guerra lo è, o no? - Sotto le bombe si costruisce una misurata indagine socio-politica, con Zeina e Toni traghettatori sentimentali per portare la camera (beta e dv-cam) tra le miserie del conflitto, senza retorica né (in)estetismi.
Per la recensione completa leggi il numero di maggio della Rivista del Cinematografo