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Siviglia 1992 - Foto Manolo Pavón © 2023 Netflix, Inc.
Un magazzino pieno di Curros logorati dal tempo. È stata questa l’immagine, la miccia che ha acceso la fantasia di Álex de la Iglesia, regista spagnolo Leone d’argento a Venezia nel 2010 per Ballata dell’odio e dell’amore (Balada triste de trompeta) che dopo 30 Coins - Trenta denari prosegue a cimentarsi con il formato (mini)seriale: Siviglia 1992 , disponibile su Netflix, è un murder mystery con sfumature di macabro thriller ambientato ai giorni nostri ma che, come da titolo, prende le mosse da un evento (nascosto, inventato) relativo al celebre Expo che la città andalusa ospitò ormai più di 30 anni fa.
La logline del format (sei episodi), in breve, è questa: dopo la morte del marito in un'esplosione sospetta, Amparo (Marian Alvárez) inizia a cercare risposte con l'aiuto di Richi (Fernando Valdivielso), un ex poliziotto alcolizzato che lavora come guardia di sicurezza. Gli omicidi seguono tutti lo stesso schema: vicino ai cadaveri bruciati delle vittime c'è un pupazzo di Curro, l'iconica mascotte dell'Expo '92 di Siviglia.
Procedendo per tasselli che, episodio dopo episodio, finiranno per formare l’intero puzzle, de la Iglesia non accantona il marchio di fabbrica di un cinema tanto greve e sovraccarico quanto a suo modo efficace, sbrigativo e piatto quando si tratta di mettere in scena dialoghi e interazioni tra i vari personaggi, più divertito e coinvolgente quando a prendere il sopravvento sono esplosioni, incendi, omicidi e quant’altro.
Siviglia 1992 si lascia dunque vedere intanto per questa suggestiva commistione tra fatti “realmente accaduti” (i due incidenti ancora mai chiariti del tutto, in primis quello dell’affondamento della replica della nave Victoria, durante il varo avvenuto nel novembre del ‘91, evento che doveva promuovere l’imminente Expo, in secondo luogo il devastante incendio che colpì il Padiglione delle Scoperte, l’edificio più importante della manifestazione) e ricostruzione “complottistica” che de la Iglesia compie: uno ad uno, i cinque personaggi che a suo tempo ricoprivano posizioni apicali nell’organizzazione dell’Expo iniziano a cadere come birilli, vittime della furia di un misterioso serial killer che per incenerirli indossa proprio la maschera della mascotte di allora, quella del Curro.
Chi è quest’uomo riemerso dalle ceneri di un evento che avrebbe dovuto consegnare Siviglia, e la Spagna tutta, alla storia e che invece, oggi, affida il suo ricordo a quei ruderi architettonici abbandonati sull’Isola de la Cartuja? E, soprattutto, perché si accanisce così contro quegli uomini?
L’intreccio poco a poco si scioglie, la polizia da una parte sembra assecondare le teorie di Amparo e Richi, dall’altra sembra quasi non voler indagare fino in fondo (tra le potenziali vittime del killer c’è anche un importante ministro…), per venirne a capo servirà anche l’aiuto di un’altra agente (Paz Vega) e di chi, finito nell’oblio, ancora ricorda cosa avvenne davvero nel dietro le quinte di quel maledetto Expo.