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Scontro tra Titani
Scontro tra Titani, anzi tra significati: a partire dal titolo, il remake dell'omonimo di Desmond Davis (1981) è sbalestrato, perché a fare a pugni non sono i Titani, ma Perseo (Sam Worthington) e la - brutta - compagnia dell'anello al servizio di Ade (Ralph Fiennes), nemesi del calibro di Medusa, streghe dello Stige, scorpioni giganti e il fantasmagorico - soprattutto perché ignoto alla mitologia greca... - Kraken, una specie di calamaro gigante.
Non mancano gli attori nell'Olimpo di Louis Leterrier - che già non ci esaltò con Hulk - perché Zeus è Liam Neeson, Io è Gemma Arterton e il marziale Draco è Mads Mikkelsen, ma il risultato di autenticamente mitologico ha solo l'ipertrofia mainstream e il deserto drammaturgico, il nanismo psicologico e il gigantismo di cartapesta - leggi, effetti poco speciali.
Se il tentativo di scopiazzare Il Signore degli Anelli ha esiti risibili, la misura non è colma: in altre parole, anzi immagini, il recente Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo pare cinema d'essai. Sì, perché all'ultimo Warner Bros. si è decisa a seguire la moda del 3D: 10 belle settimane di post-produzione ad hoc (il 3D di Avatar ha richiesto 4 anni...), e la stereoscopia è servita, col risultato che levando o mettendo gli occhialini il prodotto non cambia... Per gli spettatori l'impresa titanica sarà trovarvi un'emozione.