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D’ora in poi, quando mangerete un piatto di salsicce e fagioli, attenti che state commettendo un genocidio. La mela che tenete nel portafrutta al centro della tavola, voi non lo sapete, ma trema di paura al solo pensiero che la potreste sbucciare. Nella quarta dimensione il cibo è vivo, ha pure un’anima, ed è pronto a combattere per non essere fatto fuori. Greg Tiernan e Conrad Vernon portano il delirio a Hollywood, con una vita da supermarket che si trasforma in un’avventura per la sopravvivenza dei “prodotti”.
Fred è un wurstel per hot dog che non vede l’ora di potersi unire con la sua “panina” Brenda. Entrambi aspettano che gli dei, ovvero quelli che fanno la spesa, li comprino per festeggiare il 4 luglio, e che li portino nel “grande oltre” per riverirli fino alla fine dei loro giorni. Nessuno immagina che cosa ci sia oltre la soglia del supermercato, e quando verrà il momento, dovranno lottare con ogni mezzo per non finire in bocca a qualcuno. Insomma, i generi alimentari hanno dissotterrato l’ascia di guerra e combattono come solo loro sanno fare: sboccati e selvaggi che, al confronto, i Sioux e gli Apaches sono dei gentlemen.
Greg Tiernan e Conrad Vernon esordiscono nella regia con un cartone animato da maneggiare con cura. I bambini non lo devono vedere neanche col binocolo, e gli adulti si preparino a uno spettacolo da stomaci di ferro. Tanto per capirci, l’ineffabile Ted di Seth MacFarlane era, al confronto, un orsacchiotto di candida virtù. Qua invece le parolacce non si contano, le allusioni sessuali e le orge di massa la fanno da padrone, e le droghe più o meno leggere sono fondamentali come le lenti per un miope all’ultimo stadio.
L’idea di partenza è brillante di suo: un gesto meccanico come quello di far compere per la cena si trasforma nel pretesto per scatenare il finimondo, e dare qualche ridanciana bacchettata alla nostra voracità. Ma gli autori non hanno avuto paura di mettere troppa carne al fuoco. E il film è un grande minestrone dove un cuoco, insieme sadico e masochista, ha messo dentro di tutto: irriverenza, promiscuità, accoppiamenti singoli e plurimi, linguaggio da bettola e da angiporto, senza rispetto per niente e per nessuno. C’è persino una bottiglia di acquavite, cioè il santone del villaggio, che smista le carte senza troppi scrupoli e lascia, sotto sotto, che ognuno faccia i propri comodi.
Sausage Party – Vita segreta di una salsiccia è un film a dir poco sopra le righe, e forse ha preso la mano ai suoi stessi artefici. Cerca la provocazione, ma vorrebbe anche essere un prodotto per teenager, suoi ideali consumatori. Ma in questo caso non bisogna lasciarsi ingannare dalla grafica da cartoon, e l’unico modo per apprezzarlo (se proprio si vuole) è staccare la spina del cervello, cercando scampo nelle citazioni cinematografiche sparse a piene mani. La più divertente è forse Salvate il soldato Ryan, con lo sbarco in Normandia che avviene ai piedi di un carrello per la spesa. Anche gli X-Men non possono mancare, con il professor Xavier trasformato in un chewing-gum.
I registi si candidano ad essere i degni eredi di una nutrita tradizione demenziale, e la presenza di Seth Rogen alimenta ancora una volta il gusto per lo slapstick. Dimenticate Biancaneve e i sette nani: al reparto 7 stavolta va in scena un giorno di ordinaria follia..