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Il filosofo e la parrucchiera. In mezzo, l’amore, e i discorsi che ne conseguono. Regia di Lucas Belvaux, è Sarà il mio tipo? E altri discorsi sull’amore (Pas son genre), tratto dal romanzo omonimo di Philippe Vilain (Gremese), interpretato da Loic Corbery ed Emilie Dequenne, l’attrice belga che fu splendida Rosetta per i Dardenne.
Clement è un giovane, affascinante, radical chic, se volete, professore di filosofia e filosofo parigino: suo malgrado, viene trasferito ad Arras, tranquilla cittadina nel nord della Francia. Complice un taglio di capelli, fa conoscenza con la coiffeuse Jennifer, nostrana, energica e genuina: due anime, meglio, due persone agli antipodi, ma fatal fu il sentimento o, se credete, le regole dell’attrazione. Lui legge Kant, le dà della bellezza kantiana, le regala L’idiota e via dicendo, lei ha un figlio, si diletta nel karaoke con le amiche – la Dequenne canta I will survive di Gloria Gaynor e fa venire i brividi – e crede, fortissimamente crede nell’amore, ma verrà ricambiata?
Amor ch’a nullo spettator guardar perdona: vi batterà forte il cuore, nell’attesa della liberazione (o libertà?) finale, a seguire Clement e Jennifer, e rispecchierete le vostre vite, dolori e amori nei loro, brandendo spazzola o Proust, sentimento e ragione, esprit de finesse ed esprit de geometrie. Sarà il mio tipo?, insomma, è il vostro tipo: regia piana ma empatica, la Dequenne magnifica e Corbery discreto, ribaltamento degli stereotipi amorosi a mezzo servizio e, soprattutto, un finale inusitato, ambiguo, senza fine. Come la vita, come l’amore.