Un castello a Dankerode, in Germania, ospita il G7. La padrona di casa è la cancelliera tedesca (Cate Blanchett): prima di portare gli altri sei leader al gazebo in riva al lago per la cena di fine lavori, Hilda mostra loro lo straordinario ritrovamento in quei giardini antistanti il bosco di un corpo umano appartenuto all'età del ferro, circa duemila anni fa.

Le classiche foto di rito, l'inizio della cena, poi l'inaspettato incombe al calare delle tenebre: rimasti completamente soli, con i telefoni fuori uso, i sette rappresentanti del "mondo libero" (USA, Gran Bretagna, Francia, Italia, Germania, Canada e Giappone) sono minacciati da oscure presenze.

Farsa politica, allegoria e horror demenziale sono gli ingredienti messi nel piatto da Rumours, film diretto da Guy Maddin, Evan Johnson e Galen Johnson, Fuori Concorso a Cannes 77.

Interpretato da un cast notevole (svettano le prove di Charles Dance quale presidente USA, Dénis Menochet nei panni di quello francese, Nikki Amuka-Bird è il primo ministro inglese, Roy Dupuis per il Canada e Takehiro Hira per il Giappone), con l'Italia rappresentata da Rolando Ravello, è il presidente del Consiglio Antonio Lamorte, naturalmente chiamato a restituirlo come pesce fuor d'acqua (e tanto di fette di bresaola nella giacca che torneranno utili quando i nostri si inoltreranno nel bosco...), il film sin da subito annuncia la sua duplice natura, introducendo i suoi protagonisti chiamati alla foto ufficiale accompagnandoli con quella musica tetra, quasi d'avanguardia, già anticipatrice di sicure sventure.

L'impianto è timidamente divertente, gli attori stanno al gioco con disinvoltura - chi, come Roy Dupuis, sull'orlo di una crisi esistenziale ("è meglio spegnersi che svanire"...), chi avvezzo ad addormentarsi con nonchalance come il presidente degli States, chi, come Alicia Vikander (che troveremo più avanti nel corso della narrazione) probabilmente posseduta dal nuovo corso degli eventi, che si ritrova a venerare un gigantesco cervello nel bosco parlando una lingua incomprensibile (quella delle antiche popolazioni? O lo svedese?) -, l'assunto è alle prime accattivante (chiamati a redigere una dichiarazione per affrontare una crisi globale i "grandi 7" dovranno fare squadra per difendersi da una minaccia misteriosa), per poi afflosciarsi strada facendo, anche per via di una regia non propriamente sopraffina (forse sei mani sono troppe...): Rumours è discreto intrattenimento, a metà strada tra provocazione a buon mercato e dark comedy da piattaforma, con inevitabile rimando all'intelligenza artificiale.Tra i produttori esecutivi, oltre a Cate Blanchett, anche Ari Aster.