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Una scena di
Riflessi di paura
Ex poliziotto sospeso dal servizio per aver ucciso accidentalmente un collega, Ben Carson (Kiefer Sutherland) - separato e con due bambini - cerca di uscire dalla depressione e dall'alcolismo. Per farlo, accetta il lavoro di guardiano notturno a quello che rimane dei vecchi magazzini Mayflower, devastati da un incendio in cui morirono molte persone. Nell'oscurità e tra la polvere di questo imponente relitto si nasconde però ben altro orrore, trattenuto a stento dagli innumerevoli specchi sparsi tra i resti carbonizzati dell'edificio...
Dopo il sorprendente Alta tensione e il remake de Le colline hanno gli occhi, Alexandre Aja cede alle lusinghe del soprannaturale e, insieme al fido Grégory Levasseur (regista del recente -2 livello del terrore), scrive e poi dirige questo "terrificante" Mirrors (in Italia Riflessi di paura), ennesima (e fuori tempo massimo) variazione sul tema dell'ormai insopportabile filone dei J-Horror d'inizio millennio, non a caso remake del coreano Geoul sokeuro di Kim Sung-ho.
Mischiando suggestioni derivanti dai vari Ring e Dark Water - già ampiamente rivisitati a Hollywood - Aja dà il meglio di sé solo in due occasioni (i brutali suicidi indotti del prologo e della scena della vasca da bagno), preferendo all'orrore vero e proprio ipotetici spaventi derivanti da echi di ospedali sepolti e violente schizofrenie: tutto già visto, tutto impostato su un protagonista (quel Kiefer Sutherland, anche produttore, che proprio non riesce a liberarsi dal Jack Bauer di 24) che mai, nemmeno in una sequenza, riesce a portare dalla sua la benevolenza dello spettatore, impassibile - come tutti (o quasi) i personaggi che lo circondano - di fronte alle "minacce" che lo perseguitano.
Passo falso del regista francese - attualmente in lavorazione con Piranha-3D, remake del film di Joe Dante - che tenta anche il colpo di coda con un finale tanto illogico quanto di facile presa: ultimo tentativo di arrampicarsi sui fragilissimi specchi della sua stessa creatura.