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Rido perché ti amo
Una rom-com zuccherosa, favolistica e volutamente buonista. È il nuovo film di Paolo Ruffini dal significativo titolo Rido perché ti amo “perché quando ci si accorge di essere innamorati è il momento in cui si ride”. Ruffini lo dirige e lo interpreta anche, non è il protagonista però. Al contrario (soluzione che fa la differenza) il personaggio principale è interpretato da un anomalo principe azzurro ovvero Nicola Nocella, non belloccio, ma bravo.
Lui è Leopoldo, un pasticcere di fama mondiale, concentrato su sé stesso e proiettato solo sul lavoro. Fin da bambino ha promesso amore eterno ad Amanda (Barbara Venturato). Ma 25 anni dopo, a una settimana dalle nozze, qualcosa traballa e invece di conquistare la principessa come un bravo principe azzurro la fa scappare. Per salvare il suo matrimonio Leopoldo cercherà di mantenere le promesse che le aveva fatto da bambino e che aveva disegnato. Nel cast anche: la brava Daphne Scoccia, Greg, Enzo Garinei (nella sua ultima interpretazione), Loretta Goggi, Herbert Ballerina e il già citato Paolo Ruffini nel ruolo di Ciro Esposito, l’amico di Leopoldo.
Il riferimento esplicitato anche durante la conferenza stampa è il film Il ciclone di Leonardo Pieraccioni, le tante commedie romantiche nonché i primi film di Nuti. Il film, che parte da un bel presupposto ovvero “il bambino che eri non si vergogni dell’adulto che sei”, una frase di Antoine de Saint-Exupèry è dunque una favola dall’happy ending assicurato fin dall’inizio (vale la pena ricordare il bel lungo piano sequenza iniziale) e alla fine questo mondo immaginario ambientato in un piccolo paesino dove c’è persino un cartolaio, interpretato dal bravo Greg, che dispensa consigli, una sorta di saggio del posto a cui ci si rivolge e che fa andare il bandolo della matassa nella direzione che deve prendere, in parte riesce a fare entrare lo spettatore nella sua magia.
Solo in parte però perché tra frasi fatte fin troppo semplicistiche, prove d’amore da superare che lasciano il tempo che trovano, citazioni cinematografiche di Ruffini (che nel film è il proprietario di un negozio di vhs) e un tasso glicemico piuttosto alto un po’ si perde. Nota di merito: Ruffini qui prosegue il suo discorso inclusivo verso i ragazzi down, iniziato da tempo per esempio con lo spettacolo Up & Down. Ed è bello vedere nel cast il giovane attore con la sindrome di down Simone Brescianini.