PHOTO
Joaquin Phoenix
in una scena del film
Com'è piccolo il mondo: Joaquin Phoenix non si dà pace per la morte del figlio, investito sulla Reservation Road del titolo, e quando assume l'avvocato Mark Ruffalo non può sapere che alla guida del fuoristrada omicida c'era proprio lui. Invece lo sa bene lo spettatore, perché Terry George (quello di Hotel Rwanda, e soprattutto lo sceneggiatore di Nel nome del padre) concentra la suspense nel montaggio alternato dell'incipit, ma poi più del thriller gli interessa il dramma psicologico: il duello a distanza tra il senso di colpa del pirata della strada, genitore a sua volta, e l'accanimento vendicativo di chi si scopre giustiziere ad ogni costo pur di rimandare il dolore dell'elaborazione del lutto. Niente che non sia stato detto altrove, anche in modi meno pigramente televisivi: ma la caccia all'uomo - che non a caso mette in ombra il femminile, nonostante le mogli Jennifer Connelly e Mira Sorvino - in fondo funziona. Peccato che la sceneggiatura (dello stesso George con John Burnham Schwartz), piena di coincidenze e qualche inverosimiglianza, racconti un mondo davvero troppo piccolo per consentire al film di essere grande.