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Rabbia in pugno
A volte è meglio farsi giustizia da soli. E' quello che fa il protagonista del nuovo film di Stefano Calvagna, che decide di vendicare la propria giovane fidanzata (Gaia Zucchi) morta durante un incontro in discoteca con il losco produttore cinematografico Sergio Bruschi (Maurizio Mattioli) per via di un arresto cardiaco dovuto all'ignara assunzione del ghb, la droga dello stupro. Insomma, se la polizia brancola nel buio nel cercare il colpevole, meglio farlo da soli soprattutto se si è campione di kick boxing (Claudio Del Falco, vero campione europeo nel 1992) e se si hanno buoni amici pronti ad aiutarti (Stefano Calvagna e Cristiano Morroni). Dopo Cronaca di un assurdo normale, dove Stefano Calvagna raccontava il suo punto di vista sulla vicenda per cui era indagato (il 17 febbraio 2009 fu raggiunto da sette colpi di pistola fuori dal teatro San Saba a Roma e fu accusato di essersi organizzato un attentato da solo), il regista torna con un altro film piuttosto autobiografico mettendo in scena una Roma inedita (Statuario-Tuscolano) e girando gran parte del film all'interno di una palestra, nei pochi momenti in cui poteva uscire di casa visto che era in libertà vigilata. Un action movie low budget che a suon di pugni, calci e sparatorie sa anche essere a suo modo poetico. Ma un po' troppo televisivo.