PHOTO
Una scena di
Push
L'ambigua Division di Henry Carver sta radunando soggetti con capacità paranormali per condurre esperimenti che ne aumentino i poteri e assemblare un esercito invincibile. Nick Gant (Evans), un telecinetico, è nascosto ad Hong Kong da quando la Division ha ucciso suo padre. Il suo destino si incrocerà con quello della chiaroveggente tredicenne Cassie Holmes (Fanning) e della fuggiasca Kira (Belle), capace di controllare le menti degli altri. Molti i colpi di scena, ma forse tutto era già stato scritto…
Da Paul McGuigan (Slevin) era lecito aspettarsi colpi di scena a non finire e una regia ipercinetica e frastornante (nel formicaio umano di Hong Kong che molto deve ai primi noir "diluiti" di Wong Kar-wai); in sintesi, un fanta B-movie privo di una sola idea originale (e Heroes, citato a piene mani, non ha certo inventato un genere), godibile nonostante la trama contorta e subordinata all'agnizione finale, in cui maldestramente si gettano le basi per un sequel di cui non si avverte la reale necessità, ma per prevedere il quale non occorre possedere poteri paranormali. Dakota Fanning, meno insopportabile del solito, disegna il futuro altrui e - una tantum - fa ben sperare per il suo.