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Al cinema come in cucina ci sono quelli che amano la salsiccia e quelli che invece preferiscono il caviale. Talvolta quelli che amano la salsiccia adorano anche il caviale. Difficilmente però li mangerebbero insieme.
Per impiattarli ci vuole il fegato di un grande chef. Per gradirli uno stomaco grande e basta. Delle due, l'eventualità che di sicuro non si verificherà nel caso di Pride+Prejudice+Zombies è la prima. Ok, il coraggio non manca allo chef, il regista e sceneggiatore Burr Steer, ma è mal servito dal talento.
In effetti dopo un inizio promettente, il film che mescola il Romero più trash con il meglio della letteratura vittoriana (la salsiccia e il caviale) pasticcia quasi subito non sapendo bene come mescolare l'uno e l'altro in un impasto digeribile.
Peccato, perché gli interpreti non sono del tutto sbagliati (Lili James e Sam Riley su tutti) e l'idea di associare le stilettate all'aristocrazia inglese della Austin con la critica sociale geneticamente posseduta dallo zombie-movie non era male. L'intuizione risulta però solo appiccicata al film, più o meno come lo sono tra loro i tre elementi del titolo (Pride+Prejudice+Zombies).
Difficilmente da una pessima ricetta (il libro all'origine di Seth Grahame-Smith) potrà nascere qualcosa di diverso, anche se almeno in questo caso il sapore non manca: la salsiccia sa di caviale e il caviale sa di salsiccia. Il (buon) gusto, va da sé, è un'altra cosa.