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Edward Norton in
Pride and Glory
Onori e oneri per chi, come Francis Tierney Senior (Jon Voight), ha speso tutta la vita per il Dipartimento di polizia di New York: i panni sporchi si lavano in famiglia, lo sa bene, ma se proprio da lì arrivano i problemi, sovrapponendosi all'etica e alla lealtà della divisa che si indossa, la faccenda si complica. E di parecchio. Quattro agenti della narcotici rimangono uccisi in un agguato, la task force viene affidata al detective Ray Tierney (Edward Norton), figlio di Francis e fratello di Francis Jr. (Noah Emmerich), al comando della squadra che ha subito il massacro, nella quale presta servizio anche Jimmy Egan (Colin Farrell), cognato di entrambi. Col procedere delle indagini, si fa sempre più strada l'ipotesi che qualcuno abbia informato gli spacciatori dell'arrivo della polizia, e questo qualcuno si nasconde proprio nella squadra di Francis Jr., ormai corrotta fino al midollo.
Macchina a spalla, pianisequenza e "pedinamenti" quasi ossessivi: questa la cifra con cui Gavin O'Connor inquadra i momenti più adrenalici di Pride and Glory, poliziesco ruvido e senza esclusione di colpi, in cui corruzione, senso della lealtà e ricerca della verità si mescolano, costringendo tutti i personaggi a fare i conti con i principi individuali e gli obblighi familiari verso cui sono chiamati a rispondere: debitore di un filone più o meno recente (da Copland a Training Day, fino all'ultimo - bellissimo - I padroni della notte di James Gray, anche lì con una famiglia di poliziotti, capeggiata da Robert Duvall), il film di O'Connor muove da ricordi personali (il padre era un agente del dipartimento di New York), è sorretto da un'interpretazione corale di altissimo livello (Norton, Voight e lo stesso Emmerich da applausi, Farrell al solito a proprio agio quando si tratta di dare vita a personaggi ambigui e violenti) e si porta avanti con un discreto ritmo e un buon senso della messa in scena.
A convincere poco, ed è un peccato, il crescendo con cui verso il finale si vuole a tutti i costi mettere ordine (da dimenticare la scazzottata nel pub irlandese tra Norton e Farrell), ritrovando nel caos esagerato di una (seppur motivata) ribellione la sin troppo sbrigativa espiazione di un sistema da rivedere completamente.